PYEONGCHANG - Se prima del via delle Olimpiadi di PyeongChang la Norvegia era data da tutti i bookmakers come la favorita numero uno per il medagliere finale, un motivo dovrà pur esserci. E parte del motivo sta nella straordinaria forza di questo Paese nello sci di fondo. Così, se nella giornata di sabato era stata l'Olanda a completare una clamorosa tripletta, con oro, argento e bronzo messi in fila nella prova dei 3.000 metri femminili di pattinaggio velocità, a 24 ore di distanza è arrivata la risposta della Norvegia che ha conquistato l'intero podio della prova di skiathlon maschile, nello sci di fondo.
TRIONFA KRUEGER - Nella prova che include entrambe le tecniche dello sci di fondo (15 km a tecnica classica +15 km a tecnica libera), il Paese scandinavo ha confermato di essere protagonista assoluto della specialità, andando a dominare la gara con uno straordinario (ed in parte inatteso) Simen Hegstad Krueger, che pure in avvio ha rotto un bastone ma è riuscito a recuperare fino alla vittoria, grazie a uno splendido attacco quando al termine della gara mancavano circa 5 km.
SUNDBY E HOLUND - Alle sue spalle si è poi aperta la battaglia vera e propria per gli altri due gradini del podio. E con un allungo su una delle salite finali, a spuntarla sono stati altri due sciatori norvegesi: l'esperto campione Martin Johnsrud Sundby, medaglia d'argento a 8 secondi da Krueger, e Hans Christer Holund, bronzo a 9"9.
MALE GLI ITALIANI - Quasi mai in gara per un risultato importante, invece, gli italiani: alla fine il migliore è stato Francesco De Fabiani, che alla vigilia sperava di chiudere tra i primi dieci, ma che invece è giunto 20esimo a 1'34"9, poi a seguire Giandomenico Salvadori (26°), Dietmar Noeckler (37°) e Sergio Rigoni (48°). «In generale non è andata male, ma si poteva fare meglio - ha detto a fine gara De Fabaiani - Avrei preferito partire un po' più forte, si poteva far meglio».