Pagina 2 | Autobianchi A112: l’utilitaria più amata

Quando la Mini, negli anni Sessanta, inizia a riscuotere grande successo in Inghilterra, imponendosi sin da subito come un'icona di stile, la Innocenti, grazie alla licenza Austin Morris, decide di importarla in Italia. Questo è solamente l'ultimo episodio di un'invasione di vetture straniere che stanno mettendo in crisi il mercato automobilistico italiano.

Serve una reazione. La Fiat decide di creare un’auto che esprima eleganza e personalità: insomma, vuole rivolgersi alla clientela più abbiente. Il progetto, inizialmente denominato X1/2, viene affidato all’ingegner Giacosa. Che ha le idee chiare su tutto: la nuova macchina deve essere piccola, facile da guidare, “stilosa”, a consumi ridotti e, novità per il mercato italiano dell’epoca, a trazione anteriore. C’è un problema: Giovanni Agnelli, tantissimi anni prima, aveva posto il divieto di trazione anteriore in Fiat.

Giacosa decide allora di produrre la X1/2 per la Autobianchi, società nata dal quadrumvirato Ferruccio Quintavalle-Alberto Pirelli-Vittorio Valletta-Gianni Agnelli, nipote di Giovanni. Sta per nascere la A112, che nel 2019 compie 50 anni.

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La Autobianchi A112 viene presentata al Salone di Torino nel 1969. Il successo è enorme sin dall’esordio: d’altronde, l’estetica piace alla clientela, così come le prestazioni. Il motore è un Fiat della serie 100, un 4 cilindri con albero a camme laterale, 903 cc e 44 CV di potenza. Arriva a una velocità massima di 140 km/h, grazie al cambio a 4 rapporti corti, e in 13,7 secondi accelera da 0 a 100 km/h. L’impianto frenante vede dischi anteriori e tamburi sul retro e, stranamente, freno a mano sulle ruote anteriori. Nel 1971 viene anche realizzata la E, con finiture più curate, e la versione sportiva, la A112 Abarth, realizzata in collaborazione con la Casa dello Scorpione, anch’essa amatissima dagli italiani.

Il lavoro di Carlo Abarth risulta fondamentale per il successo della variante. Rispetto alla versione Normale, la cilindrata aumenta da 903 a 982 centimetri cubici, viene inserito un nuovo albero motore in acciaio nitrurato, innalzato il rapporto di compressione a 10:1, un diverso impianto di scarico e un carburatore doppio corpo.

 

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Leggere modifiche per la seconda serie, commercializzata dal 1973 al ’75. Vengono cambiati i paraurti, non più metallici ma in gomma nera con inserti cromati, nuovi cerchi ruota e migliorie a sedili e plancia. Mistero sulla propulsione: la Autobianchi dichiara ufficialmente la potenza massima di 47 CV, ma molti sostengono che la cifra fosse questa anche nella prima serie. La versione E si trasforma in Elegant.

 

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Dal 1975 al 1977 arriva la terza serie dell’utilitaria. Vengono ridisegnati i gruppi ottici posteriori - su Elegant e Abarth presente anche la luce di retromarcia integrata -, griglia di sfogo sul montate posteriore più grande e l’omologazione fino a 5 persone, invece che 4, grazie alla nuova conformazione dei pannelli interni posteriori. Colorazione nera per i paraurti, che perdono la fascia in gomma.

 

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Dal novembre 1977 entra in commercializzazione la quarta serie, durata fino al ’79. Il padiglione viene alzato di 2 cm, coda e frontalevengono ridisegnate, materiali in plastica vengono utilizzati per i paraurti e i profili paracolpi delle fiancate, ampliate le griglie di sfogo. Rinnovati anche l’abitacolo, le portiere e la plancia. Dal punto di vista meccanico, viene creato un nuovo motore, oltre ai già esistenti 903 e 1050: il 965, da 48 CV e 5600 giri, più elastico rispetto ai precedenti, con un leggero miglioramento dei consumi. La Abarth è dotata di una sorta di “gobba” nel cofano motore e di interni per la prima volta raffinati, con sedili in finta pelle beige e velluto marrone.

 

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Quinta serie per la A112 dal ’79 al 1982. Praticamente, modifiche tutte esterne. Nuova mascherina, fascioni laterali in plastica connessi al paraurti – a sua volta ridisegnato – tramite codolini passaruota, nuovi gruppi ottici posteriori. Oltre a Abarth ed Elegant, sono introdotti due nuovi modelli: Junior, dedicato ai più giovani, con tetto apribile e colori sgargianti, ed Elite, che della gamma era l’auto più completa di accessori.

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La Autobianchi A112 viene presentata al Salone di Torino nel 1969. Il successo è enorme sin dall’esordio: d’altronde, l’estetica piace alla clientela, così come le prestazioni. Il motore è un Fiat della serie 100, un 4 cilindri con albero a camme laterale, 903 cc e 44 CV di potenza. Arriva a una velocità massima di 140 km/h, grazie al cambio a 4 rapporti corti, e in 13,7 secondi accelera da 0 a 100 km/h. L’impianto frenante vede dischi anteriori e tamburi sul retro e, stranamente, freno a mano sulle ruote anteriori. Nel 1971 viene anche realizzata la E, con finiture più curate, e la versione sportiva, la A112 Abarth, realizzata in collaborazione con la Casa dello Scorpione, anch’essa amatissima dagli italiani.

Il lavoro di Carlo Abarth risulta fondamentale per il successo della variante. Rispetto alla versione Normale, la cilindrata aumenta da 903 a 982 centimetri cubici, viene inserito un nuovo albero motore in acciaio nitrurato, innalzato il rapporto di compressione a 10:1, un diverso impianto di scarico e un carburatore doppio corpo.

 

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