La distanza tra il Sole di Austin, Texas, e il tramonto di Abu Dhabi può sintetizzare quanto lontano sia il titolo costruttori per la Ferrari. L’accostamento tra il COTA e Yas Marina è presto fatto: l’appuntamento statunitense rappresenta l’unico precedente al quale il Cavallino può aggrapparsi per sperare nel sorpasso sulla McLaren. Cinquanta giorni fa, in Texas, la doppietta firmata da Charles Leclerc e Carlos Sainz, unita al quarto posto di Lando Norris e al quinto di Oscar Piastri consentì alla Ferrari di guadagnare 21 punti (43 contro 22), lo stesso margine che oggi separa le due scuderie. Ma in questo caso il pareggio basterebbe a Maranello, che andrebbe a festeggiare grazie al sesto successo stagionale contro i cinque delle vetture papaya.
La porta verso il primo titolo costruttori ferrarista dal 2008 – quando curiosamente l’alloro tra i piloti sfuggì per mano di quel Lewis Hamilton che si vestirà di rosso – non è spalancata ma nemmeno sbarrata. Il problema è che Abu Dhabi non ha mai sorriso al Cavallino, e Leclerc lo sa bene. «Ad Abu Dhabi non abbiamo mai vinto, ma non credo ci sia nulla di impossibile, nelle ultime gare abbiamo avuto un approccio giusto. In questa stagione abbiamo imparato tantissimo ed era l’obiettivo numero uno. Se si guarda alla prestazione in sé, all’inizio della stagione nessuno credeva che saremmo stati in lotta per il titolo all’ultima gara. Significa che abbiamo lavorato veramente bene».
Il weekend di Charles & Arthur
A prescindere dall’epilogo, il monegasco non dimenticherà questo weekend, che coincide con la possibilità di affiancare il fratello minore Arthur, oggi suo compagno di team nelle prime libere. «Fin qui avevamo condiviso la pista soltanto alla Playstation e sul kartodromo del papà di Jules Bianchi. Vedere due Leclerc sulla Ferrari in F1 sarà sicuramente un momento molto, molto speciale non soltanto per me, non soltanto per Arthur, ma per tutta la famiglia perché sappiamo quanti sacrifici hanno fatto i nostri genitori quando eravamo più giovani. Per loro fortuna, nostro fratello maggiore (Lorenzo, nde) ha deciso di intraprendere un’altra strada, quella degli studi, che costava molto meno, mentre io e Arthur avevamo un solo sogno: diventare piloti» ha spiegato, aggiungendo che tutta la famiglia è presente ad Abu Dhabi. «Arthur non ha avuto le mie stesse possibilità, ha dovuto fermarsi per qualche anno perché i miei non potevano permettersi di far correre entrambi» ha aggiunto, pensando a papà Hervé, che non ha potuto vedere Charles approdare in F1.
Dopo l’emozione della sessione con il fratello minore, Leclerc tornerà accanto a Carlos Sainz, con cui non sono mancati gli screzi. «Quando si corre per vincere, a volte succedono cose che non mettono tutti d’accordo. Il nostro è un rapporto incredibile, Carlos è un’ottima persona, a cui auguro il meglio». Per entrambi c’è l’obiettivo del titolo, da inseguire “a ogni costo” come ha spiegato Sainz. «Mi aspetto un confronto serrato, non soltanto tra Ferrari e McLaren, ma anche con Mercedes e Red Bull, credo che saremo tutti in un paio di decimi. In Qatar la McLaren doveva dominare e invece ha vinto la Red Bull, prima ha vinto la Mercedes, io l’ho fatto in Messico, Max sul bagnato a Interlagos, siamo troppo vicini per fare previsioni».
Le parole di Norris
Se la Ferrari ha ottimizzato a livello di risultati, la McLaren ha spesso raccolto meno del dovuto, anche per questo la corsa al Mondiale costruttori è aperta. Norris non ha negato la tensione, visto che la partita sembrava doversi chiudere in Qatar. Dove invece la penalità per aver ignorato le bandiere gialle («Ma io confermo di non averle viste») è costata cara. «Mi sono scusato con la squadra. Non vorresti mai incappare in situazioni del genere». Meglio pensare ad Abu Dhabi e a un match-point relativamente semplice: «Non voglio che quanto accaduto in Qatar possa avere conseguenze. C’è molta più pressione all’esterno che all’interno del team, ma alla fine siamo reduci da una stagione in cui la pressione ci ha accompagnati spesso. E all’ultimo GP si è tutti un po’ nervosi. Per sdrammatizzare dico che magari su questo duello tra McLaren e Ferrari, fra 20 o 30 anni, verrà fatto un film». Più facile, forse, una sceneggiatura che contempli la favola dei fratelli Leclerc...