Nel weekend del GP di casa, a Motegi, la Honda annuncia una novità che definire “rivoluzionaria” è tutt’altro che fuori luogo. Perché la Casa più conservatrice tra le giapponesi non soltanto accetta di affidare un incarico delicato come la direzione tecnica di un campionato come la MotoGP a un ingegnere non cresciuto nei ranghi dell’azienda, ma addirittura punta su un occidentale. L’arrivo di Romano Albesiano, 60enne originario del cuneese (Carrù) e laureato in ingegneria aeronautica al Politecnico di Torino, rappresenta una svolta storica, che ben fotografa la necessità di risalita per il colosso di Tokyo, ultimo nella classifica costruttori e reduce da un GP dell’Indonesia che con 9 punti è stato il migliore (!) della stagione. Albesiano approda alla Honda dopo aver accompagnato in dieci anni l’Aprilia dal ritorno in MotoGP ai primi successi, arrivati nell’ultimo triennio grazie a una RS-GP che ha vissuto un’evoluzione figlia soprattutto delle risorse destinate all’aerodinamica. «Il ruolo che Albesiano andrà a ricoprire è appropriato, perché proviene da una fabbrica che ha affrontato un processo simile a quello che stiamo vivendo noi» spiega l'ex iridato Joan Mir, odierna prima guida HRC.
Le parole di Marquez, Marini, Zarco, Martin e Rivola
Bocciata la gestione dell’ex Suzuki Ken Kawauchi, primo direttore tecnico arrivato da una Casa concorrente (e ora destinato al test team), in HRC puntano su un ingegnere italiano, seguendo la linea della Yamaha, che a inizio stagione si è affidata all’ex Ducati Max Bartolini. Ma se la mossa di Iwata aveva stupito soltanto relativamente, la svolta Honda – Casa simbolo della mentalità secondo cui a vincere è il costruttore, prima del pilota, ragione per cui Valentino Rossi se ne andò a fine 2003 – desta scalpore. «L’orgoglio nella competizione è sbagliato. Ci sono momenti in cui vinci e altre fasi in cui fatichi. In queste ultime, serve capire cosa stanno facendo meglio gli altri, per me non è mancanza di orgoglio, semmai è intelligenza» dice Marc Marquez, la cui partenza con un anno d’anticipo dalla Honda aveva attestato la crisi della Casa. «Sono felice della scelta fatta, significa che l’approccio in Honda sta cambiando». «Non credo che sia un cambio di filosofia – puntualizza Luca Marini, arrivato al posto di Marc - ma è comunque una buona notizia, Albesiano proverà a coordinare al meglio il lavoro tra la struttura in circuito e l’azienda in Giappone». «Purtroppo arriverà soltanto Albesiano e non dieci ingegneri italiani» è l’opinione fuori dal coro di Johann Zarco. Conosce una svolta la stessa Aprilia, che contestualmente annuncia l’arrivo alla direzione tecnica di Fabiano Sterlacchini, marchigiano con un lungo percorso in Ducati, reduce però da una breve esperienza in KTM, dove non è riuscito a incidere (situazione simile a Francesco Guidotti, team manager avvicendato con Aki Ajo). Sterlacchini si unirà alle altre grandi novità della Casa veneta, cioè Jorge Martin e Marco Bezzecchi. «Sarà un cambiamento positivo, porterà esperienza Ducati e KTM, un know-how importante» afferma il leader del Mondiale. «Con due piloti giovani – conclude Massimo Rivola, CEO di Aprilia Racing – avere nuova linfa grazie a una persona che vanta esperienze in Ducati e KTM è uno stimolo in più. Ovviamente ringraziamo Albesiano, dato che insieme abbiamo raggiunto grandi risultati. Ogni tanto serve una scossa e fare un passo in avanti, così abbiamo colto questa opportunità».