Le parole di Bagnaia
«È stata una gara di velocità pura - se la gode Bagnaia -. Siamo arrivati a un livello tale che ricorda quello di anni fa, quando davanti c’erano i soliti noti. Li chiamavano i Fantastici Quattro. Adesso siamo in due, io e Jorge. Per stare davanti devi rischiare senza poterti permettere errori, inseguire la perfezione, ma proprio questo ci aiuta ad andare ancora più forte. E da pilota vi dico che è figo». Quello che serve per acuire ancora di più «la consapevolezza interiore di essere un vero campione» della quale alla vigilia ci ha parlato Davide Tardozzi. «Rispetto al primo weekend di Misano sto bene fisicamente e posso rischiare. Questa volta non mi sarei accontentato del secondo posto. Non avessi approfittato dell’errore di Jorge mi sarei buttato dentro a costo di mollare i freni. Vincere era fondamentale, esserci riuscito in una Sprint che non è il mio territorio ha un grande valore».
Pecco, non solo numeri
Ma quello di Pecco non sta solo nei numeri (pole, vittorie, titoli) del suo dominio, ma in ciò che trasmette. Due settimane fa ha portato in questo paddock i ragazzi in cura oncologica all’Ospedale Regina Margherita e Casa Ugi di Torino. Ora il casco speciale dedicato a Tortellante, una onlus che grazie allo chef Massimo Bottura aiuta i ragazzi autistici facendo loro mettere le mani in pasta. «Un’iniziativa fantastica che dà valore a persone con problemi, rendendoli partecipi in un grandissimo progetto. Con quello che è successo in questo periodo era il momento giusto per valorizzarla. Far del bene è sempre positivo». Il riferimento è ala scomparsa di Luca Salvadori. Sul casco ci sono anche il suo numero (23) e il suo nome. «Non basta, nulla potrà mai bastare di fronte alla morte, ma portarlo con me in moto è il minimo che io possa fare». Il massimo è vincendo.