Bosch, un passaporto digitale per l’elettrico

Nuovi motori, inverter ma anche software per la sicurezza dei dati in ricarica

Hanno ragione tutti. Ha ragione chi dice che l’auto elettrica è meccanicamente molto più semplice di una endotermica. Ma ha ragione anche chi completa il ragionamento aggiungendo che dal punto di vista tecnologico, elettronico, le vetture a zero emissioni sono molto più complesse. E alla fine questa complessità, bilancia la semplicità di partenza. Ammesso esistessero dubbi in merito, sarebbe stato sufficiente farsi un giro dalle parti del Salone di Monaco (versione interna), preferibilmente allo stand di Bosch, per capire a che livello di raffinatezza hi-tech siamo arrivati o arriveremo, anche nell’ottica dell’avanzamento della guida autonoma. Anche se il primo step era e resta l’elettrificazione.

I nuovi piani di Bosch

"Stiamo facendo tutto ciò che è in nostro potere per accelerare la diffusione dei veicoli elettrici, anche con nuove soluzioni di software - ha spiegato Markus Heyn, presidente Mobility Solution di Bosch - In generale il nostro business dell’elettromobilità va bene e siamo sulla buona strada per raggiungere il nostro obiettivo di 6 miliardi di euro di fatturato entro il 2026. Anche l’anno scorso siamo stati in grado di aumentare la nostra produzione di componenti per veicoli elettrici di circa il 50% e quest’anno raddoppieremo la produzione dei soli motori. Inoltre, già in autunno inizieremo la produzione in serie di un nuovo propulsore a 800 Volt e di un inverter, un sistema in cui la batteria può essere ricaricata due volte più velocemente di prima". Ma non è solo una questione di tempi, piuttosto anche di sicurezza.Per gli automobilisti, infatti, non è importante solo la comodità, ma anche la sicurezza durante la ricarica. Insieme alla startup Fetch AI, Bosch sta infatti sta sviluppando un passaporto digitale per l’auto elettrica, indipendente dalle piattaforme dati centrali. Il passaporto software garantisce la riservatezza dei dati quando si accede alla ricarica e rende inoltre possibili nuovi servizi, come la semplificazione della ricerca di una colonnina attraverso la previsione del traffico assistita dall’intelligenza artificiale. "Inoltre una delle novità che renderà davvero sostenibile l’elettromobilità sarà soprattutto il recupero di materie prime come litio e cobalto. Il software Bosch può identificare non solo l’origine e lo stato delle batterie, ma anche controllare le fasi del processo e in questo modo le batterie possono essere smontate in modo rapido e sicuro. Il che, in una società sempre più dipendente dall’economia circolare significherà che entro il 2030, la capacità annuale di riciclaggio dei materiali delle batterie passerà da 50 a 420 kilotoni". E chi controlla tutta la catena produttiva? Sempre Bosch, appunto.

Bosch, idea salva-gomme

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