Robinho, la nuova vita in carcere dell'ex Milan: ecco cosa fa

L'ex calciatore sta scontando la pena in Brasile per un caso di violenza sessuale avvenuto a Milano
Robinho, la nuova vita in carcere dell'ex Milan: ecco cosa fa© ANSA

Dopo essere stato condannato a nove anni di carcere per stupro di gruppo mentre giocava in Italia, Robinho sta cercando di ricostruirsi una nuova vita all'interno del carcere che lo ospita in Brasile. L'ex calciatore è stato condannato lo scorso marzo anche nel suo Paese, dove sta scontando la pena inflitta nel carcere di Tremembé, definito anche il "carcere dei personaggi famosi". L'ex calciatore sta seguendo alcuni programmi organizzati all'interno della struttura penitenziaria, grazie ai quali sta imparando a riparare televisioni, radio e altri oggetti elettronici. In aggiunta gestisce anche un programma di lettura distribuendo 500 libri al mese ad altri detenuti. Grazie alla partecipazioni a queste attività, è possibile che Robinho possa accedere a regimi di detenzione più flessibili, dopo aver scontato però quasi metà della sua condanna.

Robinho, perché è stato condannato

La Corte Suprema di Giustizia del Brasile, accogliendo la richiesta dei giudici italiani di far scontare la condanna a nove anni di reclusione di Robinho nel suo Paese, ha condannato l'ex giocatore del Milan a 9 anni di carcere per lo stupro di gruppo commesso quando era in Italia, in una discoteca di Milano, nel 2013. L'ex rossonero era stato precedentemente condannato in Italia per lo stesso reato in primo grado nel 2017, sentenza diventata definitiva in Cassazione nel 2022. Nel 2020 aveva firmato per il Santos, club da cui era iniziata la sua carriera da calciatore, ma l'accordo era saltato dopo la notizia della sua condanna.

Sui casi Robinho e Dani Alves si è espressa di recente anche la Federcalcio: "Le condanne definitive dei giocatori Robson de Souza e Daniel Alves mettono fine ad uno dei capitoli più dannosi del calcio brasiliano. I due casi, che coinvolgono giocatori che sono stati stelle della Nazionale di calcio brasiliana, una delle più grandi icone culturali del nostro Paese, non possono concludersi con la condanna dei due colpevoli. È essenziale che l’atteggiamento coraggioso delle vittime ispiri sempre più donne a non restare in silenzio di fronte a barbarie di questo genere. Di più: in un ambiente in cui prevale il machismo, noi uomini dobbiamo essere in prima linea per combattere non solo la violenza sessuale, ma tutti i tipi di violenza. La CBF, tutti i suoi dirigenti e il comitato tecnico della Nazionale brasiliana esprimono la loro solidarietà alle vittime dei due brutali crimini commessi dagli ex giocatori".

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