Sulle orme di Marquez
Fino all’alzare biandiera bianca al Sachsenring, la pista-tenuta di caccia personale dello spagnolo. Provare ad andare forte come la Ducati lo portava a cadute a ripetizione.
«Devo cambiare atteggiamento: con questa moto se spingi ti fai male. Lavoriamo per realizzarne una vincente» l’annuncio di Marquez, che nel frattempo però ha iniziato ad andare più piano e a guardarsi intorno, offrendosi alla Ktm. Cercando anche di forzare la mano per una rescissione anticipata di contratto (valido per tutto il 2024). E quando ha capito che non era possibile ha dato un ultimatum alla Honda: il test post Misano, lunedì 12 settembre, quando proverà il prototipo del prossimo anno.
Il futuro incerto del monegasco
Leclerc non ha ancora esternato l’intenzione di alzare il piede, ma è evidente che l’atteggiamento del compagno Carlos Sainz, più attento a non andare oltre (e accettare quindi) i limiti della SF-23, mostra una strada. In più Charles non potrà provare la nuova Ferrari che Enrico Cardile sta realizzando a Maranello prima dei test di febbraio. Dovrà affidarsi alle promesse di Frederic Vasseur. Ma quelle che ha avuto un anno fa da Mattia Binotto sono state disattese. Come quelle dopo il trionfo di Monza 2019, fino all’inizio poi tradito del 2022. Ci crederà ancora? Fabio Quartararo, per rimanere nel paragone con la MotoGP dei campioni frustrati dalle case giapponesi, non lo fa più con la Yamaha. Ma non sa dove andare. E comunque dovrà aspettare il 2025, se Marquez lascerà la Honda. Leclerc che prospettive ha? Aspettare la pensione di Hamilton in Mercedes? Quella di Alonso in Aston Martin? Un ruolo da secondo in Red Bull? Meglio giocarsi il jolly. Senza sbagliare, accettando che non c’è solo la vittoria in palio.