Torino - Salvate il soldato Hamilton. Nel stagione combattuto e sognante per il popolo rosso, che vede ancora aperta la porta per tornare a conquistare un Mondiale, quello Costruttori che a Maranello manca dal 2008 e per il quale Charles Leclerc e Carlos Sainz domenica ad Abu Dhabi dovranno ottenere 21 punti in più della McLaren, la grande mossa di mercato ferrarista si aggira depresso nel paddock. Non vede l’ora di chiudere l’avventura in Mercedes e approdare in rosso Sir Hamilton, che dopo la grande rabbia per il Mondiale 2021 per lui scippato (sarebbe stato l’ottavo) non è riuscito a lottare davvero al vertice, frenato da una Freccia d’Argento rallentata dal cambio regolamentare. E ora che gli ingeneri di Brackley, tornati da essere guidati da James Allison, sembrano aver trovato la quadra, dopo le fiammate estive (vittorie a Silverstone e Spa) ha preso paga dal compagno di squadra in una forbice di prestazioni sempre più inquietante che sembrava cancellata dalla rimonta di Las Vegas (2°).
Lo sconforto di Hamilton
Ma in Qatar per Lewis è stato uno sconforto: 4 decimi subito nella qualifica Sprint, quasi mezzo secondo in quella per il GP chiuso fuori zona punti (12°) mentre George è stato protagonista almeno all’inizio (4°). Il tutto con la “distrazione” di una penalità per velocità eccessiva in pit-lane durante l’ultima safety car che ha spinto Hamilton a chiedere di ritirarsi, venendo subito redarguito da Bono (Peter Bonnington), il suo ingegnere di pista. "Negativo". E di fronte alle insistenze del britannico il messaggio secco: "Se vuoi una penalità di cinque secondi la prossima gara, allora va bene". "Non mi è mai successo in tutta la carriera di essere così più lento del mio compagno di squadra, quindi non lo so spiegare" la frase che ha procurato sconforto per i tifosi della Ferrari. "Semplicemente credo che non digerisca questa macchina" lo difende Toto Wolff, ma sembra che al di là delle dichiarazioni di facciata, l’addio tra i due non sia così amichevole. Lewis non ha gradito il permesso negato a provare subito la Ferrari, già martedì nei test di Abu Dhabi. Maranello invece ha dato il suo via libera a Sainz per salire sulla Williams. E già lunedì in un filming day.
Formula 1: gli altri addii
Così Hamilton non potrà provare la Ferrari, anche se sono state già allestire un paio di giornate nelle prove permesse con auto “vecchie” (la SF-75). Quello di Abu Dhabi comunque sarà un ultimo GP per tanti. Oltre ad Hamilton e Sainz, che cambieranno squadra, ci saranno gli addii della coppia Sauber (Valtteri Bottas forse diventerà tester Mercedes e Gwanyu Zhou della Ferrari: arrivano in chiave Audi il tedesco Hunkenberg che lascia la Haas e il brasiliano Bortoleto che Binotto ha strappato alla McLaren), del danese Magnussen, sempre da Haas che si rivoluziona col francese Ocon e il rookie Oliver Bearman, talento della cantera Ferrari. Ocon neppure disputerà l’ultima gara con l’Alpine, perché Briatore l’ha messo di fronte a una scelta: se vuoi provare la Hass nei test lasci prima. Così ad Abu Dhabi debutterà Jack Doohan, il figlio della leggenda delle due ruote Mick, che però pare essere messo subito alla prova per valutare l’alternativa Franco Colapinto. L’argentino (ora Williams) potrebbe rientrare nel walzer di sedili del pianeta Red Bull, perché è praticamente certo il taglio di Sergio Perez (diventerà ambasciatore del team) con la promozione del neozelandese Lawson. E Tsunoda furibondo a restare in Racing Bulls, si dice con Isack Hadjar, il francese del vivaio che si gioca il titolo F2 con Bortoleto.