Se lo chiamano il Predestinato c’è un perché. La Ferrari ci crede, Charles Leclerc ovviamente pure. Non basta che sia forte, come ha dimostrato appena approdato in Formula 1 firmando un contratto quinquennale con il Cavallino. Deve essere anche vincente.
E per questo serve il connubio perfetto auto-pilota, come quello tra Max Verstappen e Red Bull e prima Lewis Hamilton e Mercedes, non a caso i due campioni più pagati e con già in mano un accordo per i prossimi anni. Adesso anche il monegasco, che come previsto (e di fatto annunciato da Frederic Vasseur nella cena di Natale a Maranello) ha rinnovato con la Ferrari senza dire per quanti anni. Si parla di tre, scadenza che porterebbe Leclerc a otto stagioni in rosso, come Kimi Raikkonen (non consecutivi), l’ultimo ad aver portato in Emilia il titolo mondiale piloti ormai 17 anni fa, nel 2007.
Leclerc e i sogni della Ferrari
Inseguendo i record di Michael Schumacher, irraggiungibile con i suoi 11 anni ma soprattutto 5 Mondali con la Scuderia. Leclerc e la stessa Ferrari sognano intanto di vincerne uno. Invertire una china fatta di tante promesse (Fernando Alonso, Sebastian Vettel...) e poca sostanza, confermata da due stagioni che dovevano cambiare le sorti della Formula 1 con i cambiamenti regolamentari. Ne è uscito un dominio totale del “bibitari”, anche se la Ferrari qualcosa di buono a fine dello scorso anno lo ha fatto vedere. Leclerc non ha aspettato di vedere all’opera la nuova macchina che verrà presentata il 13 febbraio e che in questi giorni stanno assemblando alla Ges. E non lo farà neppure Carlos Sainz, quasi sicuramente. La F1 ha bisogno di stabilità. E poi, “dettaglio” importante i sedili davvero buoni sono di fatto già tutti presi o prenotati. Meglio continuare a scommettere sul fatto di diventare il Messia Rosso. Anche con un aumento del già ricco stipendio (14 milioni più 5 di bonus) percepito nel 2023 e destinato a crescere solo in un modo: vincendo. Insomma, la Ferrari dipende da Leclerc e Leclerc dipende dalla Ferrari. E da entrambi dipende l’umore dei tifosi, che non vogliono più aspettare l’ennesimo cambio di regolamento (2026) per sperare di tornare a godere. Neppure Charles che avrà sicuramente messo clausole d’uscita. Ma quella è un’altra storia, ancora tutta da scrivere.