TORINO - Domani, lunedì 9 gennaio, si apre formalmente l’era di Frederic Vasseur alla Ferrari. In realtà il passaggio delle consegne dal precedente team principal, Mattia Binotto, è avvenuto prima di Natale e il manager francese ha già cominciato a prendere le misure del suo nuovo lavoro. Alla Ferrari stano alacremente lavorando sulla nuova monoposto, quel poco che filtra da Maranello lascia trasparire un certo ottimismo. Dal punto di vista telaistico i tecnici diretti da Enrico Cardile hanno lavorato sull’evoluzione di un’auto riuscita, quella dell’anno scorso, che ha pagato carenze di sviluppo (discorso diverso rispetto alle doti di base). Dal punto di vista motoristico, gli interventi sull’affidabilità (gli unici ammessi dal regolamento) coordinati da Enrico Gualtieri dovrebbero aver permesso di recuperare quei cavalli che cui si era preferito rinunciare per non rischiare troppe rotture. Di tutto questo, probabilmente, Frederic Vasseur non dovrà preoccuparsi troppo.
La maturazione della squadra
Il lavoro di Vasseur dovrà avvenire soprattutto sul fronte della maturazione della squadra e della crescita di alcune aree che nel ‘22 non sono state all’altezza, segnatamente quella deputata a pensare e decidere le strategie di gara. Binotto aveva scelto di puntare sulla crescita interna, Vasseur deciderà come muoversi, se rivedendo le procedure, se riassegnando i compiti, se intervenendo sul mercato dei tecnici. E poi resta il vero punto debole della Ferrari, ricorrente da anni: la difficoltà di sviluppare la monoposto ed essere competitivi con la necessaria continuità. Anche in questo caso Vasseur dovrà decidere come procedere e anche in questo caso sarà soprattutto un lavoro sugli uomini.
Il diritto di veto
Poi c’è il tema degli accordi sui motori 2026. Attualmente la Ferrari sta giocando di fioretto con i rivali e la Fia: non ha firmato un primo documento, per questo non è stata invitata a una successiva riunione. Non sono strappi, sono schermaglie. La Ferrari è l’unica squadra che possiede il diritto di veto, può chiudere ogni contenzioso in qualsiasi momento. Ma si cerca una via mediana, per non arrivare a quel punto. L’oggetto del contendere sono le concessioni tecniche ai nuovi motoristi, la Red Bull le chiede (sostenendo di essere, appunto, un nuovo motorista), la Ferrari non le vuole concedere (sostenendo che la RB Powertrain ha avuto accesso alle proprietà intellettuali Honda e dunque non è corretto considerarla nuovo motorista). Anche questo è un terreno insidioso, sul quale Vasseur - coordinandosi con il ceo Benedetto Vigna - dovrà agire, mostrando fermezza.