TORINO - Quel che si sono detti Mattia Binotto e Charles Leclerc nella cena di qualche giorno fa a Montecarlo non è dato sapersi, si può solo immaginare, partendo dalla dichiarazioni diplomatiche dei due commensali. Però sono chiare le parole di Mattia Binotto che hanno di fatto aperto il GP di Austria: «I nostri piloti sono liberi di lottare». Premesse chiare, conclusioni chiare: Sainz e Leclerc hanno lottato tra loro, Verstappen ha vinto. Manca la irprova di cosa sarebbe potuto accadere se i due avessero adottato una specie di strategia comune. Laurent Mekies, di fatto il vice di Binotto, ha spiegato che non è possibile prevedere ogni scenario possibile al via. Forse ha ragione.
GARA BREVE - Resta il fatto che Max Verstappen, al via della gara a sprint, è riuscito a prendere un po’ di vantaggio, sul quale ha vissuto di rendita sino alla fine. La sprint, come dice il nome, è breve. Forse nella gara vera conteranno di più le strategie, l’usura delle gomme, l’eventuale differenziazione della condotta di gara.
LA PIOGGIA - L’interrogativa che aleggia è chiaro: una concertazione tra i due ferraristi avrebbe sbarrato la strada a Max. E soprattutto, potrebbe sbarrarla nella gara “vera” che assegna 25 punti? Questo "liberi di correre" basta a fermare Verstappen? Impossibile rispondere. Forse è meglio confidare nella pioggia (possibile) piuttosto che sul gioco di squadra. Intanto l'olandese ringrazia e si prepara a prendere il largo.