I telefonini rappresentano ormai da anni una “console” portatile per milioni di persone al mondo, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Uno dei principali freni alla diffusione capillare del fenomeno esport è infatti la barriera all’ingresso rappresentata dall’acquisto di un PC con alte performance necessario per competere ad alti livelli.
Chi domina su mobile
Smartphone e tablet hanno chiuso questo cortocircuito: essendo ormai diffusi in percentuali molto alte in quasi qualunque paese del mondo, hanno permesso a nuovi giocatori di entrare nell’arena del multiplayer online cambiando, ovviamente, i titoli di riferimento. Se su PC il dominatore della scena è League of Legends, su smartphone c’è Mobile Legends Bang Bang; mentre i teenager occidentali impazziscono per Fortnite, nel resto del mondo è FreeFire ad avere tutti gli occhi addosso. Stessi generi, MOBA e Battle Royale rispettivamente, ma controlli diversi e più imprecisi su smartphone nonostante il livello di competizione sia identico se non superiore, visti i numeri di giocatori tra cui primeggiare.
Record Free Fire
Nel 2021 l’evento esport con più spettatori connessi contemporaneamente sono state le world series di FreeFire tenutesi a Singapore dal 22 al 29 maggio. Mentre l’occidente è convinto che il pinnacolo del movimento sia rappresentato dai Worlds di League of Legends o da un Major di CSGO, il torneo appena citato non è stato solo il più visto dell’anno ma il più visto della storia con 5.41 milioni di spettatori di picco e una media di circa due milioni. I dati, resi pubblici da Esports Charts, sono mastodontici e dipingono una tendenza ormai esplosa e impossibile da ignorare. Di certo per ottenere una fotografia realistica della scena esport internazionale è comunque necessario considerare che nel 2021 i maggiori eventi si sono fermati per via della Pandemia riprendendo ad aggregare pubblico solo alla fine dell’anno. D’altra parte, però, approfondendo la classifica degli streaming più visti oltre alla prima posizione già citata, troviamo PUBG Mobile al terzo posto e Mobile Legends al quarto, quinto, ottavo e nono, per un dominio totale dell’esport mobile.
Come va in Italia?
In Italia il trend sembrava essere stato addirittura anticipato da giochi come Clash Royale ed eventi come RedBull M.E.O. nel 2019 di cui purtroppo, ad oggi, non si hanno avuto altri echi. Partito in quarta, quindi, il movimento esport mobile in Italia sembra ora poco presidiato da organizzatori e sponsor nonostante la presenza di giocatori e team molto competitivi. Ad esempio gli Hmble, fondati a Torino dal giovane imprenditore Yi Alex Wang, hanno investito moltissimo sin dalla loro creazione sui titoli per smartphone riuscendo a piazzare un loro rappresentante, Chief Keef, all’anagrafe Antonio D’Amico, alle finali mondiali di Clash Royale per due volte consecutive.
Pochi tornei
Nonostante il loro impegno e talento, però, nel nostro Paese i tornei per gli appassionati di mobile gaming sembrano essersi estinti, nonostante i dinosauri dovrebbero essere rappresentati da PC e console. L’inversione di tendenza però è a portata di mano: un altro aspetto ottimo del gaming competitivo su smartphone è non richiedere agli organizzatori particolari sforzi nel trasporto e montaggio dei computer. In fondo, in ogni tasca italica, c’è un telefonino che aspetta solo di essere usato come guanto di sfida.