Una recente ricerca condotta da Wallapop – la piattaforma leader nella compravendita di prodotti seconda mano, che promuove un modello di consumo responsabile e sostenibile – in collaborazione con mUp, per indagare il rapporto che gli italiani hanno con i videogame e le console usate svela la passione degli italiani per i videogiochi. Il risultato ha infatti decretato che a circa la metà dei nostri connazionali adulti (29 milioni) capita di giocare ai videogiochi, anche saltuariamente. “I risultati emersi da questo sondaggio non fanno altro che confermare il successo che abbiamo riscontrato noi di Wallapop dai numeri della nostra piattaforma: gli italiani sono dei veri e propri videogiocatori ed è anche per questo motivo che abbiamo deciso di creare un videogioco tutto nostro, Pop Man, che sta riscuotendo davvero un grande successo con oltre 15.000 giocatori ad oggi. Attualmente nella categoria ‘console e videogiochi’ di Wallapop sono caricati oltre 1 milione di oggetti e siamo certi che continueranno ad aumentare in futuro, così come gli acquisti: negli ultimi due mesi infatti abbiamo notato un picco delle transazioni effettuate in Italia, che sono aumentate di ben il 95%", commenta Giuseppe Montana, Head of International di Wallapop.
INIZIATIVE
“Con pochi passi si possono vendere e acquistare oggetti online tramite il nostro progetto – dice Montana -. Sicuramente così si creano delle opportunità per chi vende e per chi compra. La sostenibilità, perché si allunga la vita del prodotto e si spreca meno. E l’accessibilità, visto che utilizziamo anche la tecnologia”. Montana poi parla delle console più in voga del momento. “Contano molto i grandi classici, come il Nintendo Switch e la PlayStation 4 e ovviamente i giochi più utilizzati e ricercati sono quelli di calcio e Formula 1. Sta crescendo tantissimo anche l’NBA, che ha numeri importanti negli ultimi anni. E poi c’è il padel: la racchetta è ricercatissima, così come tanti prodotti legati alla gym. Dalla pandemia abbiamo imparato a rendere la nostra casa come una palestra”.
IDENTIKIT DEL GIOCATORE
Il gamer italiano “tipo” è innanzitutto attento alla sostenibilità: infatti circa 14 milioni di nostri connazionali che giocano almeno saltuariamente, ha acquistato almeno una volta nella vita una console, dispositivo, accessorio o gioco second hand. L’identikit è uomo (39.5% - contro il 34% delle donne) di età compresa tra i 25 e i 34 anni (45%), residente nel Nord-Ovest del nostro paese (43%) e assiduo giocatore: infatti la frequenza media settimanale di gioco è pari a quattro volte a settimana; la maggior parte - il 37% (pari a oltre 5 milioni di italiani) - gioca tutti i giorni mentre oltre 4 milioni, hanno dichiarato di giocare tre o più volte la settimana. E quali sono i canali maggiormente utilizzati per l’acquisto di videogame usati? Le piattaforme online, come Wallapop, sono utilizzate da oltre 6 milioni di Italiani, seconde solo ai negozi di videogiochi (prima scelta per 10 milioni di connazionali). Un altro “canale” sono i mercatini dell’usato, preferiti da poco più di 3 milioni di persone.
L’IMPORTANZA DELLA SOSTENIBILITA’
Per gli italiani la compravendita di oggetti legati al mondo del gaming (videogiochi, console/dispositivi o accessori) è strettamente connessa al bene del pianeta: circa 9.5 milioni di italiani hanno venduto uno di questi oggetti, mentre sono quasi 14 milioni i connazionali che hanno acquistato seconda mano in questa categoria almeno una volta. Ma quali sono i driver di acquisto principali? Per circa il 54% (pari a oltre 7 milioni) è il risparmio, subito seguito dall’ “offerta particolarmente conveniente” per il 48.5% dei nostri connazionali. Ma oltre 2 milioni di italiani scelgono di acquistare un videogioco second hand per aiutare l’ambiente. Tuttavia, è nella vendita dove la vera anima green e sentimentale degli italiani emerge particolarmente. Degli oltre 9 milioni di italiani che hanno venduto un videogioco, ben 5 milioni (pari a 2/3 degli intervistati) hanno deciso di farlo per dare una seconda vita ai propri game/console e, oltre 2 milioni, lo hanno fatto per preservare l’ambiente e non creare rifiuti. Anche nella vendita il fattore monetario risulta molto importante: il 30% (pari a oltre 4 milioni di italiani) lo ha fatto per “guadagnare soldi extra”.