Durante il mese di maggio Red Bull Italia ha tenuto una competizione tra content creator e streamer per determinare “lo streamer del futuro.” In una finale tutta al femminile è stata Valeria “Wenkis” Barbaresi ad aggiudicarsi il titolo, dopo aver intrattenuto un vasto pubblico giocando a Valorant, lo sparatutto di Riot Games. In una lunga intervista pubblicata su Esportmag.it, Wenkis racconta la sua esperienza a Stream if You can, delle sue passioni, del presente e futuro dello streaming in Italia: ”Quando ho vinto ho lasciato il cellulare da una parte e mi sono goduta la vittoria insieme alle altre ragazze perché per me hanno vinto tutti i partecipanti. Sì, sono stata io la vincitrice del titolo, ma per me quando si partecipa ad una ad una iniziativa del genere tutti vincono. A fine gara ho ricevuto così tanti messaggi che ci ho messo un po’ a rispondere a tutti. I miei camionisti, come chiamo io le persone nella mia community, erano super felici e sapevano che avrei vinto io.”
Gli inizi difficili
Condividendo le sue passioni con il pubblico di Twitch, Wenkis è diventata in poco tempo un punto di riferimento per chiunque voglia cimentarsi sulla piattaforma viola. Ma l’impresa è più difficile di quanto si possa pensare: “Bisogna mettere in conto il fatto di dover rimanere anche 12 ore in live con una manciata di spettatori. Soprattutto all’inizio. Devi interagire con le persone e capire la psicologia dietro alle loro parole, perché sono solo nomi su uno schermo. Non vedi chi sono ma solo ciò che scrivono, e bisogna prepararsi psicologicamente a questa cosa. Poi devi capire quali sono i tuoi obiettivi e ricordarti che dovrai sopravvivere con zero retribuzione, soprattutto all’inizio. Devi stare in live ore ed ore ed aspettare che le persone, passando per caso nel tuo canale, rimangano con te e ti seguano. Bisogna dedicarsi al 100% ad essere un content creator.”
Potere alle donne
Sempre più persone si cimentano come content creator su Twitch, tra cui molte ragazze per le quali Wenkis ha un messaggio: “Ricordatevi che anche quando sarete all'apice del successo ci saranno sempre persone che vi odieranno. Ma se ci sono gli hater vuol dire che stai facendo le cose in modo corretto, e la gente è solo invidiosa. Quindi alle ragazze che hanno iniziato a streammare da poco vorrei dire di essere proprio sprezzanti di questa gente che vuole rovinare il vostro lavoro. Fate vedere che in questo mondo del gaming, come in qualsiasi altro mondo artistico o meno, siamo adatte e siamo presenti. È assurdo che ci sia ancora quest'idea che le ragazze non possono giocare. Siamo proprio noi che dobbiamo far capire allo spettatore che ci segue, e che magari ha quel tipo di mentalità, che siamo in grado anche noi di giocare”.