La Recording Academy ha annunciato l’introduzione di diverse nuove categorie per i suoi Grammy, tra cui lo “Special Merit Award”, la Best Song for Social Change e il Best Spoken Word Poetry Album. A colpire però è il nuovo premio “Best Score Soundtrack for Video Games and Other Interactive Media”, riservato all’industria dei videogiochi per la miglior colonna sonora di un prodotto videoludico. Secondo l’Academy il premio servirà per premiare “le eccellenze che hanno ideato e/o registrato album, principalmente originali e creati appositamente, per un videogioco o altri media interattivi nel corso del periodo indicato.”
Dai videogiochi alla musica
Jon Batiste, ad aprile vincitore di cinque grammy tra cui Album of the Year, musicista jazz e leader della band del “The Late Show”, aveva raccontato alcuni anni fa sempre al Washington Post che la sua passione per la musica era nata proprio grazie alle colonne sonore dei videogiochi, in particolare quelle di Final Fantasy VII: “La musica nei videogiochi è stata molto importante per me, fondamentale. Mi ha insegnato tantissimo sulla musica e sulla vita e su qualsiasi cosa esista in mezzo tra queste.” Dello stesso avviso anche Michelle Zauner, frontwoman dei Japanese Breakfast, ha composto la soundtrack di Sable, un open-world indie pubblicato lo scorso settembre. Ancora, Charlie Rosen e Jake Silverman quest’anno hanno vinto un grammy per il miglior arrangiamento con la loro reinterpretazione di Meta Knight’s Revenge, una traccia del 1996 del videogioco “Kirby Superstar”.
Videogame già agli Oscar
I videogiochi hanno invece già ottenuto grande attenzione agli Oscar del cinema. L'anno scorso "Colette", un cortometraggio presente nel gioco di realtà virtuale "Medal of Honor: Above and Beyond", ha vinto l'Oscar come miglior documentario. “Colette” racconta la storia di una donna francese di 92 anni che fece parte della resistenza durante la seconda guerra mondiale. Il progetto è stato finanziato da Electronic Arts e Meta, proprietaria di Oculus VR ed è stato successivamente rilasciato da The Guardian.