Quando si dice la coincidenza. Martedì, 17 ottobre 2023, Bergamo: l'Atalanta compie 116 anni, ritrovandosi sesta in classifica, capolista del girone di Europa League, proprietaria dello stadio i cui lavori di completamento della Curva Morosini bruciano i tempi del cronoprogramma, proprietaria del centro sportivo Achille e Cesare Bortolotti di Zingonia dove, sinora, nei quattordici anni della loro gestione, i Percassi hanno investito oltre 60 milioni di lire. Martedì, 17 ottobre 2023, Bolzano, stadio Druso: l'Italia Under 21 di Carmine Nunziata batte la Norvegia per 2-0 (Baldanzi, Francesco Pio Esposito) e infila la seconda vittoria consecutiva lungo la strada della qualificazione agli Europei 2025. Fra i migliori in campo risulta Matteo Ruggeri, 21 anni, bergamasco di Zogno, frazione Endenna, difensore dell'Atalanta, cresciuto nel vivaio dove mise piede quando aveva appena 9 anni; lanciato da Gasperini il 3 ottobre 2020 in Champions League contro il Liverpool e, cinque giorni dopo, in Serie A, quando di anni ne aveva diciotto. A Bolzano, Ruggeri va in campo con la maschera protettiva per via della sospetta frattura del naso causata dal pugno sferratogli in allenamento il 13 ottobre da Marco Nasti, 21 anni, attaccante, scuola Milan, in prestito al Bari. Nunziata rispedisce Nasti a casa, Ruggeri chiede al ct di rimanere in ritiro e dichiara di essere pronto a giocare contro la Norvegia. Cosa che fa, rimanendo in campo per tutto l'incontro. Il bello viene dopo.
Sul suo profilo Instagram, l'azzurro pubblica due post. Il primo di dedica "a tutti i miei compagni, a tutto lo staff tecnico e medico, a tutte le persone che mi sono state vicine dopo l'accaduto". Il secondo mostra due immagini, l'una accanto all'altra: la prima ritrae Matteo in piena azione con la maschera protettiva; la seconda è il volto di Matteo mascherato, con un messaggio per marco_nasti_9: "Ora sono pronto fratello!", accompagnato da un guantone come primo emoticon, una risata e un TVB seguito da un bacio. Splendido esempio di fair play scuola Atalanta. Tornano alla memoria le parole dell'indimenticabile Mino Favini, che vide Ruggeri entrare bambino nel vivaio: " Da noi, prima formiamo l'uomo e poi il calciatore". Si capisce perché, già quand'era alto così, Matteo fosse fra i migliori della classe di Zingonia.