Possanzini, gli obiettivi del suo Mantova
L’obiettivo rimane "la qualificazione ai playoff, altre squadre sono state costruite per vincere il campionato" ripete Davide Possanzini. E non è un voler gettare pressione sugli altri bensì realismo. Intanto nell’ideale piscina di Cocoon si stanno rigenerando anche il 33ene Giacomelli, ex bandiera del Vicenza, il 36enne Burrai, il 31enne Festa mentre i giovani più interessanti sono Maggioni (terzino destro, ex Samp e Modena), Celesia (difensore cresciuto nel Torino), i mediani Wieser (italo-brasiliano plasmatosi nell’Inter) e Redaelli (anch’esso ex Inter) e gli attaccanti Fiori (2 gol, ex Spal) e Debenedetti (unico prestito, dal Genoa). Grande connessione tra allenatore e ds: Possanzini-Botturi è un binomio che non teme crisi di coppia. E al Martelli, ancora inviolato in campionato, è tornato l’entusiasmo: media spettatori raddoppiata rispetto alla scorsa stagione (da 3000 a 6000 con 4000 abbonati). "Se qualcuno pensa che abbiamo già vinto il campionato - dice Possanzini - non sa cosa è la C. Piedi per terra, i risultati manipolano la mente e ti fanno fare pensieri che non esistono". Un modo di ragionare che ha imparato oltre 30 anni fa quando fu scartato dal settore giovanile del Torino dove Claudio Sala gli disse che non sarebbe mai diventato nessuno nel calcio. Dopo averlo smentito da giocatore, ora ci prova da allenatore.