La torrida estate è alle spalle. Adesso ci si deve coprire per evitare i malanni di stagione, ma impossibile dimenticare come non si respirasse fino a qualche settimana fa e per Kristian Thorstvedt era ancora più difficile farlo, con tutte quelle notizie di mercato che lo riguardavano. Hai voglia in certi momenti a tapparti le orecchie, a non leggere, a non connetterti sul web, ma se ti vogliono Fiorentina e Bologna (e anche dall’estero risuonavano sirene interessanti) e tu sei retrocesso con il Sassuolo, come fai a metterti in testa di dover passare dall’avere come avversarie Inter, Juventus, Milan, Roma, Napoli e Atalanta, dal poter giocare in Conference o addirittura in Champions League a dover preparare le partite con Juve Stabia, Carrarese e Cittadella? Il nazionale norvegese ha trascorso un ritiro e una preparazione da professionista, senza mai sgarrare e per questo Fabio Grosso l’ha particolarmente apprezzato.
L'ottimo inizio di Thorstvedt
Era altresì logico, che in cuor suo, mentre vedeva partire i vari Pinamonti, Matheus Enrique, Erlic, Bajrami, Maxim Lopez e via discorrendo per lidi più prestigiosi, il pensiero almeno ogni tanto andasse alla possibilità di restare in alto senza doversi riconquistare l’Eden partendo dalla Serie B italiana. Anche perchè nella caduta degli emiliani era stato uno degli ultimi ad arrendersi. Il suo insomma l’aveva fatto. Il Sassuolo però deve anche tutelare l’investimento fatto nell’estate di due anni fa quando lo pagò 10 milioni al Genk.
Kristian Thorstvedt, figlio di Erik, ex portiere del Tottenham e della nazionale norvegese, è persona intelligente e posata. Ha capito le necessità del club e sa che se lui farà bene anche la squadra farà bene e tutto potrebbe tornare com’era prima. Dopo otto giornate ha già segnato 4 gol ed è l’unico centrocampista in testa a questa classifica insieme a chi il gol lo deve trovare per dare un senso al proprio mestiere: Massimo Coda, Cristian Shpendi, Pio Esposito e Nicholas Bonfanti.
Gli idoli Lampard e Muller
Segnare, in verità, è sempre piaciuto un sacco al compagno di nazionale di Haaland. Forse gli ha spiegato proprio quest’ultimo, re del gol se ce n’è uno in questo momento, come si fa. I due sono stati compagni di squadra fin dalle nazionali giovanili. Sono 48 le reti realizzate in 213 match da professionista. Niente male per un centrocampista. Si è ispirato a lungo a Frankie Lampard “il numero uno nel mio ruolo”, ma ammira da sempre anche “la capacità di stare tra centrocampo e attaccando, legando il gioco, di Thomas Muller”. E più passa il tempo e più Thorstvdet si avvicina a questa tipologia di giocatore. È un centrocampista che attacca, che sfrutta la facilità di lettura negli inserimenti oltre che un calcio potente e preciso.
Grosso, così come Dionisi, allenatori che predicano un calcio propositivo e la corsa in avanti, gli chiede di andare in aggressione alla palla e di non pensarci su due volte quando c’è da inserirsi e tirare. Il norvegese lo sta accontentando, seguendolo alla perfezione e diventando un esempio anche per altri giocatori dovuti rimanere di contraggenio nonostante avessero mercato per giocare ai piani più alti. Vedi Laurienté, giusto per citarne uno. All’interno dello spogliatoio del Sassuolo è stato fatto un patto: non si molla niente, si torna in serie A tutti insieme. Con Kristian Thorstvedt a dettare la linea.