Manfredi superstar, la Samp non proprio

La rivista Forbes lo mette tra i top 100 manager italiani: «Vorrei trattare il club come un semplice asset, ma non si può: ci sono responsabilità verso i tifosi». Sottil però non decolla
Manfredi superstar, la Samp non proprio© Getty Images

GENOVA - La pausa di campionato è arrivata in un momento con la faccia un po' così per la Sampdoria. I blucerchiati dopo la sconfitta con la Juve Stabia avrebbero voluto rituffarsi subito in campo per provare a recuperare una classifica deludente, alla luce di un mercato estivo che non ha ancora dato frutti. In questi giorni è tornato a farsi vedere e sentire a Bogliasco il presidente Matteo Manfredi, che a inizio stagione aveva puntato forte sul ds Accardi, sulla coppia Coda-Tutino in attacco e sulla rivoluzione estiva (compreso l'esonero di Pirlo a favore di Sottil) per puntare alla Serie A, obiettivo mai celato. Ad oggi i conti, almeno quelli in campo, non stanno tornando: la squadra fatica, non tutte le mosse di mercato sinora si sono rivelate azzeccate, il cambio di mister non ha dato una sterzata definitiva. Il tempo per riscattarsi però non manca, a iniziare dalla gara di domenica 20 ottobre a Cesena, e intanto lo stesso Manfredi ha incassato un nuovo segnale di stima: l'imprenditore milanese proprio grazie all'operazione legata al salvataggio della Sampdoria è stato inserito tra i top 100 manager italiani dell'anno da Forbes. Un riconoscimento prestigioso a livello personale anche se l'ambiente doriano ora si aspetta il rilancio sportivo.

Manfredi a Forbes

Manfredi arriva dal mondo finanziario e viene considerato un uomo dei numeri dal cuore un po' freddo. Ha conosciuto il calcio soprattutto grazie al suo amico (e ufficialmente ex socio alla Samp) Andrea Radrizzani e nel corso di questi mesi si è sempre più appassionato anche alle vicende strettamente sportive. «Non lo nego, anche io sono stranito. Vorrei vivere la società come se fosse un semplice asset ma non ci riesco - dice Manfredi a Forbes - La Sampdoria dipende da logiche differenti, soprattutto per la responsabilità che abbiamo verso i nostri tifosi e il sistema calcio». Il pallone però non è una scienza esatta. Lo testimoniano le difficoltà della scorsa stagione - quando la Samp si trovò a lungo in zona retrocessione prima di centrare i playoff poi persi col Palermo - e le criticità forse non troppo preventivate in questo campionato. «Per noi questo è l'anno. Soprattutto dopo gli sforzi economici che abbiamo fatto. Vogliamo essere ciò che diciamo di essere e scrivere una nuova pagina della nostra storia» dice però Manfredi senza nascondere l'obiettivo del ritorno in Serie A.

"Mi davano del pazzo"

Curioso poi un passaggio dello stesso Manfredi sul pre partita di quasi un anno fa, a novembre, quando la Sampdoria e l’ex mister Pirlo si trovarono di fronte al primo vero bivio stagionale nella gara d’andata con lo stesso Palermo. La prima volta che Manfredi si confrontò da presidente con la squadra. «Mi davano del pazzo. Ma avevo bisogno di avere un confronto con loro. Anche perché alcuni non sapevano cosa fosse la Sampdoria. Non sentivano quel senso di appartenenza. Se perdiamo, ho detto loro, l’allenatore resterà il medesimo anche per le prossime partite», le parole di Manfredi. Il tempo poi ha cambiato gli scenari: via Pirlo, dentro Sottil. Ma questa è un’altra storia.

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