Il Pisa di Inzaghi è da A

Perché i nerazzurri possono conquistare quella massima serie che inseguono dal 1991
Il Pisa di Inzaghi è da A© LAPRESSE

TORINO - Sì, il Pisa di Filippo Inzaghi può durare sino a maggio e riportare i nerazzurri toscani in quella Serie A che non frequentano dal 1991. Questo ha detto la convincente vittoria sul Bari (2-0), nell’anticipo di venerdì sera della 17ª giornata. Inzaghi si è complimentato coi suoi ragazzi anche e soprattutto per non aver subito gol, aspetto non frequentissimo nelle gare del Pisa. Ma ciò che più conta, è stata la grande prova collettiva della squadra che ha concesso le briciole al Bari. Fra l’altro, un risultato che dimostra, una volta di più, come le prime tre della classe - cioè i nerazzurri, il Sassuolo e lo Spezia - stiano facendo un altro campionato rispetto alla concorrenza. Si fa insomma sempre più concreta la possibilità che a fine campionato non si giochino i playoff e che le prime tre salgano direttamente in A (ci vorranno almeno 14 punti di distacco fra terza e quarta classificata). Una vittoria chiave, quella di venerdì, ed è bello che le reti siano arrivate da due elementi non di primissimo piano ma che tanto stano dando alla causa del Pisa in questa stagione. La partita l’ha sbloccata a inizio ripresa Stefano Moreo, 31 anni, attaccante che piace più agli allenatori che ai tifosi. Perché è una delle punte italiane che più fanno lavoro sporco di sacrificio. E dunque, alla resa dei conti, faticano a segnare tanto anche se, gli amanti della B, ricordano quale splendido campionato fece Moreo nell’Empoli versione 2020-21, concluso con la promozione in A, sotto la guida di Alessio Dionisi, ora tecnico del Palermo. Sinora, in questa annata, Moreo è a due reti, ma pesantissime. Prima dello splendido colpo di tacco con cui venerdì il Pisa ha iniziato ad abbattere il Bari, Moreo aveva segnato anche nella partita precedente, la rocambolesca vittoria di Mantova, un 2-3 deciso da una sua splendida volée, uno dei gol più belli visti in questo campionato di B. Va detto che in quella partita, al Pisa è girato tutto piuttosto bene. Contro il collettivo di Possanzini, i nerazzurri si sono trovati avanti 2-0 già nelle fase iniziali della gara. Poi c’è stato il ritorno del Mantova, trascinato dalla doppietta di Mancuso. Lo stesso Mancuso che, prima del gol-partita di Moreo, coglieva una traversa clamorosa, fosse stato gol, probabilmente ne usciva tutt’altra partita e fors’anche tutta un’altra stagione per il Pisa. Perché non c’è dubbio, la grande prova di venerdì sera all’Arena è figlia del successo di Mantova che ha restituito al gruppo fiducia nei propri mezzi, dopo una breve fase della stagione in cui il Pisa sembrava perdere colpi. Dunque questa squadra ha anche una discreta dose di fortuna che non può mancare quando s’insegue una grande impresa. E riportare codesto Pisa in A a distanza di 34 anni lo sarebbe. Non va dimenticato che la squadra attuale non è molto diversa da quello che nella scorsa stagione vivacchiava verso i bassifondi della classifica sotto la guida di Alberto Aquilani. Ma con Superpippo, è tutta un’altra musica. E un altro dei giocatori più rivitalizzati da Inzaghi, è sicuramente anche l’altro marcatore della vittoria sul Bari: il centrocampista Gabriele Piccinini, 23 anni, che aveva passato l’estate in attesa di essere ceduto in C e ora invece, è uno delle colonne del Pisa. Basta guardare i numeri della sua stagione in questa B: 17 presenze, 4 gol e 2 assist, giocando per 1.203’. Si dirà che Inzaghi in B fa sempre bene, che non sbaglia mai una stagione e che da allenatore di categoria è una garanzia. Vero. Ma non era scritto da nessuna parte che questo Pisa, specie dopo la scorsa anonima stagione, potesse primeggiare in questo campionato. Chapeau.

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