Pisa e Inzaghi sulla via della A

Perché Superpippo può ottenuere la sua seconda promozione in carriera dalla B alla A dopo quella storica col Benevento
Pisa e Inzaghi sulla via della A© LAPRESSE

TORINO - Qualche anno fa Alexander Knaster, assieme a Gianluca Vialli, avrebbe voluto prendere la Sampdoria. Poi, complice la famiglia Corrado, s’è fatto ingolosire dal Pisa e da Pisa, piazza non semplice da rilanciare e infatti questi anni non sono stati semplici per il club nerazzurro. Però, in questa stagione, potrebbe essere arrivato il momento del raccolto. Il Pisa, assieme a Sassuolo e Spezia, sta facendo un altro campionato. I due punti in più che ha sulla corazzata neroverde della famiglia Squinzi, sono quelli che sono arrivati dal caso Desogus, che ha trasformato il pareggio di Cittadella in uno 0-3 a tavolino. Tuttavia, forse Filippo Inzaghi sta facendo la stagione più bella della sua carriera. Perché, in rapporto alla squadra che ha, è l’allenatore che più sta incidendo (se la gioca con Luca D’Angelo dello Spezia). A lui succede così. In A non gli è andata tanto bene. Ma quando si ricorda il flop di Bologna e la successiva “salvezza miracolosa” di Mihajlovic, si dimentica sempre di ricordare che a Sinisa a gennaio gli rifecero la squadra. In B invece, Filippo Inzaghi nn ha mai fallito. Fuoriuscito dal Milan, con grande umiltà fondò la sua carriera di allenatore ripartendo dal Venezia in C, che portò subito in B (vincendo pure la Coppa Italia di Lega Pro) e, nell’anno successivo, a dispetto di ogni pronostico, portò una squadra che al massimo poteva salvarsi comodamente, fin quasi in Serie A. Dopo la parentesi bolognese, Superpippo è stato troppo facilmente liquidato come un allenatore di B, perché in seguito quasi solo nella seconda serie italiana ha ottenuto risultati. E con quali risultati. Il Benevento lo ha riportato in A a suon di record che chissà per quanto resteranno negli annali della B. Questo forse, fu un errore, però. Perché quel Benevento era una corazzata sì, ma un po’ avanti con gli annetti. La promozione era in tasca da mesi e forse, se gli ultimi si fossero passati in surplace, certi consumati veterani avrebbero poi reso di più nella massima serie. Anche a Brescia fece bene, soprattutto anche grazie al suo marchio di fabbrica, la partenza lanciata. Con Cellino si sa, ogni allenatore non ha vita facile. E l’ex patron del Cagliari, quando alfin lo esonerò, non tollerava che la squadra rimediasse magre figure in casa. Tuttavia, la classifica restava sempre buona perché in trasferta quel Brescia era una vera Leonessa. Quando il rendimento lontano dal Rigamonti iniziò a scemare (come era ovvio che fosse), l’esonero era servito. Tuttavia, il sostituto Eugenio Corini, che allenava la squadra della sua città e che aveva già portato in A il Brescia, a livello di classifica lasciò la squadra in zona playoff nella stessa posizione in cui l’aveva trovata. Dunque, il problema non era Superpippo. Anche l’esperienza alla Reggina resta ampiamente positiva: squadra portata oltre i propri limiti, lanciando Fabbian (che l’Inter quasi non sapeva di avere), facendo affidamento sulla solita partenza lanciata. E, con ogni probabilità, senza i problemi societari che fecero poi sparire la Reggina dal professionismo, quell’anno Reggio Calabria sarebbe tornata in A (e comunque, in qualche modo, riuscì a portarla ai playoff). La scorsa parentesi di A per la Salernitana, non fa testo, o quasi. Ma Superpippo aveva bisogno della B per ritrovarsi. Fra l’altro, Knaster l’aveva bocciato in un precedente casting, quello fatto nell’estate 2022, quando a Pisa, sbagliando, si decise di liquidare Luca D’Angelo, perché troppo era stata cocente la delusione per la A sfumata in finale playoff contro il Milan di Berlusconi e Galliani, ma quel Pisa non poteva andare in A. Questo invece, sì, lo dice la classifica. Il Pisa di Inzaghi ha 30 punti, il doppio di quelli della Sampdoria di Sottil (e Pirlo) ed è a +13 sul Palermo di Alessio Dionisi, e queste dovevano essere le principali favorite per i due posti della promozione diretta. Insomma, la A potrebbe essere in tasca, o quasi. Non fosse che mancano ancora 25 giornate. Però la squadra ha dei valori e Matteo Tramoni, corso di Ajaccio, potrebbe essere la stella di questa squadra. Il ragazzo ha grandi colpi (vedere il gol dell’1-3 di Cremona, precedente al 3-0 alla Sampdoria), si sta imponendo solo a 24 anni perché è passato da un brutto infortunio (e da allenatori che non l'hanno fatto crescere). Ma ora ha l’età giusta per portare quel qualcosa in più che mancava. Ma tutta la rosa è stata rivitalizzata. In difesa, di Canestrelli ormai non si ricordava più nessuno dopo essere stato un promettente Under 21, adesso “rischia” di essere un bocconcino troppo appetitoso per il mercato di gennaio. Come centrattacco, alternare Bonfanti al “bisonte” Lind (il più oneroso investimento di Knaster), sta portando buoni frutti (e quando si fan “staffette”, non è detto che vada così). Sulla fascia destra, Inzaghi ha riportato al top Touré, passato in gioventù per la Juve Under 23 (un paio d’anni fa fu vicino al Genoa, ma poi i 777 non affondarono il colpo), per non parlare della rivelazione Piccinini. Rus è stato piacevolmente ripescato, i veterani di tante battaglie (capitan Caracciolo e Marin su tutti), sembra che abbiano qualche anno di meno. Senza dimenticarsi che tra i pali c’è Semper, portiere da Serie A ma che, eventualmente, c’è ancora il buon vecchio Nicolas pronto a rilevarlo, brasiliano resuscitato dalla Serie B e che negli anni più difficili di questo quinquennio in B dei nerazzurri, ha fatto miracoli e qualcosa di più. Ma quella Serie A lasciata da Pisa del lontano 1991, non è mai stata così vicina.

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