TORINO - Anche se i risultati latitano abbastanza, a Pisa c’è grande fiducia nel lavoro di Alberto Aquilani, al debutto su una panchina professionistica. Bisogna sempre ricordarsi del punto di partenza: la scorsa stagione il Pisa ha chiuso all’11° posto, risultato che ha certificato la fine del ciclo D’Angelo. Per cui, quando in questa stagione s’è visto un Pisa con un piglio tutto nuovo, più giochista e meno risultatista, il popolo nerazzurro ha dato il suo sì alla svolta, anche se c’è da tenere duro in classifica, col Pisa fermo a quota 3. Già, perché dopo aver saltato l’esordio della prima giornata (avrebbe dovuto affrontare il Lecco), era giunta la promettente vittoria di Marassi sulla Samp (0-2). In cui, oggettivamente, Aquilani aveva dato una bella lezione tattica a Pirlo.
Poi però, sono arrivate due battute d’arresto: in casa col Parma (1-2, gara un po’ sfortunata, ma risultato giusto) e poi quella ineccepibile di Modena (2-0). In entrambe le sconfitte, il Pisa è rimasto in dieci per l’espulsione di due difensori, Leverbe contro il Parma, Hermannsson a Modena. Dato che un po’ preoccupa, specie se l’andazzo dovesse persistere, anche se potrebbe trattarsi di qualcosa d’episodico. Ma quel che più conta, al momento, è che nella piazza prevalga la fiducia incondizionata nel lavoro di Aquilani. Perché brucia ancora il girone di ritorno della scorsa stagione.