TORINO- Vuoi vedere che a Fabrizio Castori riesce un altro miracolo? Dopo mesi sconfortanti, a Perugia ora tutti ci credono. Perché con le vittorie raccolte dagli umbri nelle due ultime uscite prima della sosta (2-0 al Venezia, risultato replicato a Santo Stefano in quel di Benevento), il Perugia ha dimostrato di avere le carte in regola per salvarsi, dopo essere stato per mesi sul fondo: ora gli umbri sono a un solo punto dai playout e a tre dalla salvezza, smentendo tutti quelli che davano per spacciata la squadra di Castori, allenatore che meriterebbe più considerazione, visto che ha allenato (e vinto) in ogni categoria, che nel 2021 riportava la Salernitana in A (facendo quel che non era riuscito a blasonati colleghi) e prima ancora fu il timoniere nel miracolo Carpi, promosso in A col più basso possesso palla di tutta la B. Così va il calcio oggi, dominato nei commenti dagli adoratori del possesso palla (spesso sterile però) che rinnegano la storia del calcio italico. Che possa a lungo conservarsi sempre bene il 68enne Castori di San Severino Marche, che ci riporta alle radici del nostro football con le quali i deboli possono battere i forti, che è poi la bellezza del calcio. Già, perché non va dimenticato che, prima degli ultimi due successi, il Perugia di Castori già si era preso lo sfizio di vincere, giocando all’italiana, difesa arcigna e contropiede letale, contro la seconda e la terza forza del campionato: in casa della Reggina (segnando tre gol in inferiorità numerica…) e al Curi col Genoa di Blessin (poi esonerato, e il tecnico tedesco farebbe bene a riguardarsi quella partita per imparare bene il mestiere, invece di dare dei dilettanti ai propri giocatori, come fece dopo Perugia, i quali appena si sono liberati di lui, con Gilardino ora volano). E chissà dove potrebbe essere oggi il Perugia, senza l’infausta parentesi vissuta in stagione per quattro giornate con Silvio Baldini che raccolse solo sconfitte prima di dimettersi. Su quella parentesi che portò al temporaneo allontanamento di Castori, Santopadre, il patron del Perugia, dopo la vittoria di Benevento ha fatto un’apprezzabile e onesta autocritica: fu un errore dettato dalle alte aspettative che s’erano create dopo i risultati lusinghieri della passata stagione quando il Perugia, guidato da Massimiliano Alvini, poi passato in A alla Cremonese, conquistò i playoff all’ultima giornata, e quella era una squadra che avrebbe potuto dire la sua per la A senza arbitraggi troppo spesso penalizzanti. Ma il Perugia di quest’annata, non è inferiore a quello della passata stagione, perché chi è stato ceduto in estate è stato debitamente rimpiazzato, si trattava di avere un po’ di pazienza, considerato che nel frattempo il livello medio del campionato si è notevolmente alzato, tant’è che non sono poche le piazze prestigiose in sofferenza. Bello, infine, che a riportare la speranza a Perugia sia stato il 33enne Francesco Lisi che ha segnato tre dei quattro gol delle ultime due vittorie (e almeno due dei tre, che gol). Un bomber? Macché, un esterno sinistro che si è sempre guadagnato la pagnotta stantuffando instancabile per tutta la fascia. Prima di giungere al Perugia nel 2021, Lisi aveva fatto le cose migliori al Pisa. Rodengo Saiano, Piacenza, Como, Bisceglie, Aprilia, Rimini e Juve Stabia le sue precedenti tappe in carriera. Ora avrebbe l’età in cui s’inizia, fatalmente, a tirare i remi in barca. E invece, con Castori, Lisi sta dando il meglio di sé, come mai prima. E pensare che in stagione, fino alla vittoria sul Venezia, quasi mai era stato titolare, finché Castori ha deciso di puntare deciso su di lui, vincendo un'altra delle sue innumerevoli scommesse.