Parma, la terza volta diventa quella che contA

Pecchia centra la terza promozione dopo quelle di Verona e Cremona. Il Palermo pensa a lui, ma il tecnico vuole riportare il club tra le grandi
Parma, la terza volta diventa quella che contA© /Agenzia Aldo Liverani Sas

In 700 hanno fatto festa al San Nicola, gli altri si sono dati prima appuntamento in piazza Garibaldi e poi sono andati ad accogliere la squadra all'aeroporto Giuseppe Verdi dove Del Prato e compagni sono stati accolti da fumogeni, cori e una richiesta: «Adesso dobbiamo vincere anche il derby di Reggio Emilia» la partita che, venerdì 10 maggio, scriverà la parola fine a una stagione indimenticabile. I tifosi del Parma sono giustamente insaziabili, bisogna comprenderli: sono stati tre lunghi anni quelli passati in Serie B nel tentativo di risalire. La festa in piazza si è dipanata nella dolcissima notte parmense con la passerella dei giocatori sotto i Portici del Grano.

La festa per la promozione

Tra i calciatori più scatenati, microfono in mano, Valentin Mihaila, 5 gol e 2 assist finora, un giocatore che si sta togliendo l'etichetta di oggetto misterioso dopo essere stato pagato nell'ottobre del 2020 quasi 10 milioni di euro, venduto all'Atalanta in prestito con diritto di riscatto dopo la retrocessione del Parma, non riscattato dai nerazzurri bergamaschi e tornato in inizialmente come un sopportato, un orpello di valore che non brillava, il bello che non ballava. Con una stagione decisamente solida, il nazionale romeno ha saputo far cambiare idea ai propri detrattori. Adesso è semplice sostenere che la promozione del Parma è un mix di progettualità e linea verde, ma non è stato facile far digerire alla piazza i due mancati salti di categoria. A far da garante ci ha pensato sempre Fabio Pecchia, che aveva già due promozioni in bacheca (con Verona e Cremonese, sempre da secondo in classifica) e che adesso è chiamato a sciogliere il nodo della continuità. Per il club è confermato, ma lui già a Cremona aveva saputo stupire tutti rinunciando a guidare la squadra che due anni fa aveva portato in A. Fu attratto dal progetto Parma, potrebbe farsi sotto il Palermo se i rosanero non dovessero raggiungere la promozione tramite i playoff. Ma stavolta è diverso.

La consapevolezza di Parma

Pecchia sa che ci sono le condizioni per costruire un qualcosa di grande e far tornare a sognare una piazza storica per il calcio italiano qual è appunto Parma. È la quarta promozione in serie A per i gialloblù emiliani: Pecchia s’inserisce nel solco di Nevio Scala (fu lui a tagliare per la prima volta lo storico traguardo nel 1990), Francesco Guidolin (artefice della promozione del 2009) e Roberto D’Aversa, l’uomo del doppio salto dalla C alla A dal 2016 al 2018. Il patron Kayle Krause è rimasto vicinissimo alla squadra negli ultimi giorni, era a Bari e i giocatori l’hanno portato in trionfo. «Un’emozione fantastica - ha detto lo statunitense a chi gli era vicino - e adesso cerchiamo di arrivare primi». Sarebbe la prima volta per il Parma in Serie B. Ma questa è solo una tappa di avvicinamento nel percorso di un possibile ritorno nel gotha del calcio per una città che in passato ha festeggiato una Coppa delle Coppe, due Coppa Uefa, una Supercoppa europea e una italiana oltre a tre Coppa Italia, l’ultima nel 2002 superando la Juventus in finale. Risollevatosi dal crac Parmalat e da quello dell’improbabile Manenti, il Parma solo otto anni fa stava giocando nei Dilettanti. Adesso, che la vicina Bologna sta per conquistare una storica qualificazione alla Champions League, anche i ducali sono tornati a pensare in grande. E forse il meglio deve ancora venire.

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