Sport e amicizia vincono sempre a prescindere dal risultato (il Genoa ha vinto 1-0 con la rete di Coda). Non poteva essere diversamente tra Gilardino e Inzaghi. I due, amici in campo e fuori, hanno condiviso gran parte della vita calcistica professionale da giocatori e ora stanno provando a ritagliarsi un futuro importante in panchina. Compagni e stesso ruolo, hanno vissuto gli anni d'oro del calcio italiano. Insieme con la maglia del Milan e, soprattutto, l'emozione condivisa con la Coppa del Mondo del 2006.
Gilardino-Inzaghi, avversari sì ma nemici mai
Quante volte avranno scherzato da giocatori e magari sfidandosi anche in alcune partite, dopo aver vissuto insieme lo spogliatoio importante dei rossoneri. Una crescita passata anche dagli insegnamenti l'uno per l'altro, come segnale di un legame bellissimo. Poi l'addio al calcio giocato e la nuova vita. Dal campo alla panchina il passo è breve, svestire i panni del calciatore e vestire quelli dell'allenatore non è certo semplice. Nuove modalità, nuove indicazioni e una visuale totalmente diversa.
Una strada percorsa e iniziata da lontano. Dalla Lega Pro fino alle porte della Serie A (toccata con mano col Milan) per Inzaghi. Dalla D passando anche per alcuni mesi dalla Primavera per Gilardino. Una storia fatta di soddisfazioni e ostacoli da superare fino a ritrovarsi in una della notti più belle al Ferraris da avversari. Genoa-Reggina vale tanto per la Serie B e non solo. I rossoblù si giocano la promozione mentre i calabresi devono uscire dalla crisi. Ecco perché questa sfida non poteva essere semplice soprattutto mentalmente. Novanta minuti da avversari, poi l'abbraccio e i sorrisi davanti alle telecamere. Presentarsi insieme al termine di una partita combattuta con vinti e vincitori, è un segnale di sport oltre che di amicizia. Ecco perché Genoa-Reggina è la vittora dello sport, Gilardino e Inzaghi avversari sì ma nemici mai.