“Como, si va in Serie A per starci a lungo”: i segreti della neopromossa

È previsto almeno un grande colpo di rilevanza internazionale. Panchina probabilmente a Fabregas

L’ultima volta che il Como fu promosso in A nel 2002, la cessione di Lulù Oliveira, simbolo di quell’impresa con 23 gol, fu ceduto al Catania: scoppiò la rivolta popolare. Nessuno, a Como, vorrebbe rivivere quella situazione e quel campionato tragicomico. Ma non è questa una proprietà, quella indonesiana, che punterà a vivacchiare in Serie A o che si priverà di qualcuno per fare casetta. Agirà per gradi, continuando sulla linea che ha portato il Como dalla serie D alla A, con interventi forti quando necessario. Come lo scorso mercato di gennaio, quando in un solo colpo arrivarono Goldaniga, Strefezza, Nsame, Fumagalli, Braunoder e Ballet.

Como, le linee guida per la Serie A

Le linee guida ci sono già e le ha esposte dopo la promozione Mirwan Suwarso: «Vogliamo restare in Serie A a lungo». Scherzando, nei giorni scorsi, aveva escluso l’arrivo di top player di richiamo mondiale: «Messi o Ronaldo? No, non arriveranno. Prenderemo giocatori funzionali al progetto». Certo però che vedere venerdì sera al “Sinigaglia”, in tribuna vip, un attaccante come Jamie Vardy, qualche pensiero l’ha fatto sorgere. L’attaccante del Leicester, 37 anni, non ha chiuso alla possibilità: «Ho sempre voluto venire a vedere una partita qui e per fortuna ho visto la promozione del Como. Io qui a giocare? Sto invecchiando ormai. Chi lo sa, vedremo…».

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Il mercato del Como

Non è certo una chiusura definitiva. Si può però ripartire da qualche certezza. Dai tanti contratti pluriennali che giacciono in sede, puntando soprattutto su chi la Serie A l’ha già fatta. Come il portiere Adrian Semper e il difensore Edoardo Goldaniga. Come Gabriel Strefezza, che si è legato al Como con un lungo e ricco contratto lo scorso gennaio. Altro giocatore che non sembra sul piede di partenza, anzi, è Patrick Cutrone. Premiato a centrocampo come Mvp del campionato di Serie B, pochi minuti dopo, a precisa domanda, è stato perentorio: «Resto al Como? Assolutamente sì». Nessuna nube in arrivo, su questo fronte. Partito dalla D, ha conquistato la A: Alessandro Gabrielloni ha vinto tutte le diffidenze ed è la bella storia da raccontare, una favola vivente. Resterà? Sembra scontato, partendo però dalle retrovie nelle gerarchie. Capitan Alessandro Bellemo è uno del nucleo storico: non si discute. Il cipriota Nicholas Ioannou, accantonato da Roberts e Fabregas, potrebbe essere sul piede di partenza, spodestato nel ritorno da Marco Sala. Ma la sua fisicità in A potrebbe servire. Su Matthias Braunoder, la bella scoperta di gennaio, c’è un’opzione: il Como sembra intenzionato a farci un pensierino. Da valutare la situazione di Daniele Baselli, troppo discontinuo, non hanno invece convinto Jeanne Pierre Nsame e Samuel Ballet, possibilità di prestito per Tommaso Fumagalli.

Como, il futuro in panchina

Ma molto dipenderà anche da chi guiderà la squadra. Cesc Fabregas, che in questi mesi ha studiato per ottenere il patentino per la Serie A, è l’indiziato numero 1. È coinvolto nel progetto societario, è un socio di minoranza, ha una pesantissima voce in capitolo nel mercato. La Serie A, quindi, è la ribalta ideale per mettersi in luce anche come allenatore. E Osian Roberts? È arrivato a gennaio con la prospettiva di diventare una sorta di supervisore di tutte le squadre, per dettare una linea comune. Dopo la promozione, non si è sbilanciato sul futuro: «Vedremo». Ma il mondo del calcio e, soprattutto, i tifosi del Como si aspettano dalla (ricchissima) società almeno un colpo di rilevanza internazionale.

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L’ultima volta che il Como fu promosso in A nel 2002, la cessione di Lulù Oliveira, simbolo di quell’impresa con 23 gol, fu ceduto al Catania: scoppiò la rivolta popolare. Nessuno, a Como, vorrebbe rivivere quella situazione e quel campionato tragicomico. Ma non è questa una proprietà, quella indonesiana, che punterà a vivacchiare in Serie A o che si priverà di qualcuno per fare casetta. Agirà per gradi, continuando sulla linea che ha portato il Como dalla serie D alla A, con interventi forti quando necessario. Come lo scorso mercato di gennaio, quando in un solo colpo arrivarono Goldaniga, Strefezza, Nsame, Fumagalli, Braunoder e Ballet.

Como, le linee guida per la Serie A

Le linee guida ci sono già e le ha esposte dopo la promozione Mirwan Suwarso: «Vogliamo restare in Serie A a lungo». Scherzando, nei giorni scorsi, aveva escluso l’arrivo di top player di richiamo mondiale: «Messi o Ronaldo? No, non arriveranno. Prenderemo giocatori funzionali al progetto». Certo però che vedere venerdì sera al “Sinigaglia”, in tribuna vip, un attaccante come Jamie Vardy, qualche pensiero l’ha fatto sorgere. L’attaccante del Leicester, 37 anni, non ha chiuso alla possibilità: «Ho sempre voluto venire a vedere una partita qui e per fortuna ho visto la promozione del Como. Io qui a giocare? Sto invecchiando ormai. Chi lo sa, vedremo…».

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