Como, Longo e il sogno playoff

I lariani hanno raccolto 7 punti nelle ultime 3 partite e per la prima volta sono pià vicini agli spareggi promozione che ai playout. Ma l'ex tecnico granata, che ereditò una squadra penultima, viaggia alla media di 1.45 punti a partita e vuole pensare solo alla salvezza
Como, Longo e il sogno playoff© LAPRESSE

TORINO - Quando il 20 settembre scorso Moreno Longo subentrò sulla panchina del Como, trovò una squadra penultima che aveva raccolto tre punti in sei giornate. Il gruppo era sfiduciato, i colpi ad effetto dell’estate (non solo Fabregas), faticavano a fondersi col nucleo storico della promozione in B e della successiva convincente salvezza. Una situazione pesante, nata dai problemi di salute del tecnico Giacomo Gattuso che era riuscito ad andare in panchina soltanto alla prima giornata. Ma la società, per un debito di riconoscenza verso l’uomo-bandiera che aveva riportato il club in B, aveva a lungo temporeggiato prima di cambiare in panchina, perché fino all’ultimo si era sperato che l’amato “Jack” potesse tornare in sella. Longo s’è rimboccato fin da subito le maniche, non fece una piega quando all’esordio perse a Cosenza e mattoncino dopo mattoncino ha costruito un’altra stagione. Da domenica scorsa i lariani sono più vicini ai playoff che ai playout (-4 e +6) perché in una settimana sono arrivati 7 punti in 3 uscite. Il Como di Longo viaggia alla media di 1.45 punti a partita. Un passo simile, proiettato sulle 38 giornate del campionato, porterebbe i lariani a quota 55 punti. Nella passata stagione, per fare i playoff, ce ne vollero almeno 58. In più, Longo deve compensare quella media di mezzo punto a partita che aveva tenuto la squadra prima del suo arrivo. Insomma, per dare alla stagione un obiettivo più alto, servirebbe un ulteriore scatto. Senza però dimenticarsi che la situazione di partenza era davvero pesante e quel che hanno saputo raccogliere Longo e i suoi ragazzi non va trascurato, non era scontato che la squadra si risollevasse, anche se i mezzi non mancano. Ma la storia della Serie B è fatta anche di tanti illustri fallimenti. A tal proposito, sabato i lariani sono di scena a Benevento: per il Como, tornare dal Vigorito con tre punti, vorrebbe dire essere quasi in linea con le ambizioni dell’estate. Perché quando ad un organico già discreto si aggiungono elementi come Cutrone, Baselli, Faragò, Da Riva, Binks, Mancuso e Gomis è obbligatorio essere ambiziosi. Anche se, a onor del vero, finora la baracca è rimasta in piedi soprattutto per il contributo di chi c’era già un anno fa. Tant’è che domenica scorsa, nella vittoria sul Modena decisa da un gran gol inventato da Cerri, Fabregas è rimasto in panchina per tutta la gara e Longo non ha certo costruito la rincorsa del Como sul suo contributo, frenato da problemi fisici: finora lo spagnolo, già Campione del Mondo e d’Europa, che compirà 36 anni il 4 maggio, ha messo insieme 14 presenze per 692’ di gioco con 2 assist. Magari, con un contributo diverso, non solo da lui, il Como avrebbe potuto fare tutta un’altra stagione. Ma con Longo sono vietati i voli pindarici. “Bisogna rimanere coi piedi per terra e continuare con questo atteggiamento”, dice, perché quando te la sei vista brutta per mesi, anche se la classifica concede la possibilità di cullare un piccolo sogno, è meglio pensare innanzitutto di portare a casa la ghirba, specie in una B così equilibrata, Frosinone a parte.

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