TORINO- A sorpresa, una delle società di B più attive, che ha già chiuso quattro colpi, è il Cittadella, quasi 30mila abitanti in provincia di Padova, patrimonio del calcio italiano, con una storia unica, gestita in una maniera che ogni anno insegna a tutti come muoversi sul mercato prima (cioè con la giusta parsimonia) e come plasmare la squadra dopo (affrontando la B con una carica agonistica che spesso non ha eguali). Ogni anno il Cittadella parte per mantenere la categoria ma spesso stupisce, ed è per questo che viene amata dai veri calciofili, perché è una sorta di eresia calcistica, un insulto al calcio dei grandi. Il suo periodo d’oro in B risale al quinquennio fra il 2017 e il 2021 quando, sotto la guida di Roberto Venturato, paisà d’Australia tornato in Italia, nella provincia di Treviso, la squadra granata raggiunge sempre i playoff e disputa due finali, perse sempre da altre squadre venete: nel 2019 dal Verona, nel 2021 dal Venezia. Ma quel che più intriga, del Citta, è la sfida che lancia ogni anno al calcio dei grandi. Forse, quella pugnacità unica con cui gioca, è dovuta all’origine stessa del Cittadella, nato nel 1973 dalla fusione delle due squadre cittadine. l’Oylimpia Cittadella e l’Unione Sportiva Cittadellese. Praticamente, fossimo stati nella Brescello di Peppone e Don Camillo di Guareschi, era come se si fossero fuse le loro due squadre di paese, i club di democristiani e comunisti della Cittadella di allora. Ogni anno, si considera come il grande regista del Cittadella Il dg Stefano Marchetti, uno che, per spiegare chi è, un anno fa veniva contatto dal Napoli di De Laurentiis, al quale diceva in sintesi, “no, grazie, ho il mio Citta da curare, ciò!”. Risultato, nella scorsa stagione, dopo un avvio di campionato non semplice, la squadra decollava, arrivava a lottare per la A diretta fino alla partita d'esordio del 2024, prima giornata di ritorno, quando metteva sotto il Palermo di Corini (2-0). Dopodiché la squadra si bloccava, non ne vinceva più una, rischiava di precipitare in C ma con un colpo di reni finale, si cavava fuori dai guai. E dunque, oltre ai soliti elogi al lavoro di Marchetti, sarebbe ora di sottolineare anche quelli del tecnico, il cittadellese Edoardo Gorini, è proprio il caso di dirlo, fatto in casa, a suo tempo vice di Venturato e che ne ha raccolto il testimone quando con la guida del quinquennio d’oro s’era guastato il rapporto. Ogni anno Marchetti lo tiene sulla corda, rinnovandogli il contratto soltanto alla fine del campionato e di un solo anno (e forse, sarebbe il metodo giusto da usare con tutti gli allenatori, anche se ha qualche controindicazione). Però anche se sotto la sua guida, i playoff non sono mai arrivati, mentre va ad iniziare la sua quarta stagione sulla panchina granata, il suo bilancio non va disprezzato: in questi anni il Citta ha affrontato campionati che venivano definiti una sorta di A2, normale che il miracolo granata andasse in scena in formato ridotto. Dunque annate chiuse con salvezze sofferte sì, ma quel che è contato, è averla sfangata sempre. Con qualche chicca non da poco: come aver vinto due volte nel Tempio del Ferraris di Marassi, due stagioni fa contro il Genoa, nella passata annata contro la Sampdoria. E chissà, per quest’anno che verrà, si possa ritrovare la lunghezza d’onda giusta, provare a ridare l’assalto al cielo dei playoff, per sognare ancora quella A mai vissuta nella propria storia e che completerebbe il miracolo Cittadella. Giusto quindi confermare ancora Gorini, perché dalla scorsa stagione si ha l’impressione che il livello medio della B si stia abbassando, che ci siano meno squadre in grado di lottare per la A. E allora chissà, che il Citta possa ancora dire la sua, quantomeno. Ah, i quattro colpi di cui si parlava all’inizio. Il più blasonato è il terzino sinistro Edoardo Masciangelo, 27 anni, giunto dal Benevento in C ma con cui in passato è arrivato a giocare i playoff. Gli altri tre, sono scommesse: dalla Roma, uscito dalla Primavera, il centrocampista Francesco D’Alessio (2004); dal Vicenza un altro mediano, Simone Tronchin (2002); l’ultimo colpo invece potrebbe essere una della sorpresa, il 21enne Jacopo Desogus, vivaio Cagliari, ex Pescara e Gubbio, a cui Marchetti però, ha già chiesto duttilità. Come dire, ragazzo, sei arrivato al Cittadella, prima di tutto devi farti il mazzo.