Catanzaro, la Serie A non è un'utopia

I calabresi di Vivarini in testa assieme al Parma che ospitano domenica: hanno i mezzi per lottare per la promozione diretta anche se preferiscono viaggiare a fari spenti
Catanzaro, la Serie A non è un'utopia© LAPRESSE

TORINO - Sì, ci si può sbilanciare: Il Catanzaro di Vivarini può lottare per la A, anche diretta. E magari conquistarla, dopo averla lasciata nel lontano 1983. Lo dice la classifica, con la squadra prima a quota 10 (assieme al Parma), ancora imbattuta. Lo dicono le quote degli allibratori: ora la promozione delle aquile calabresi è pagata intorno a 4.50, prima dello scoppiettante 4-3 al Lecco di prima della sosta, era almeno tre punti in più. E lo diceva già la squadra della scorsa stagione che ha dominato il girone C della Lega Pro a suon di record, una macchina da gol capace di segnarne 102, perché quel Catanzaro era già una squadra da centro classifica in B, come minimo.

In estate poi, s’è lavorato al meglio: tutti i punti di forza del gruppo confermati con l’innesto di qualche elemento interessante. Uno su tutti, il mediano Marco Pompetti, 23 anni, acquistato dall’Inter per meno di mezzo milione. C’è profumo di affare, ha già messo a referto un assist e un gol (e che gol, quello segnato nel 3-0 allo Spezia, da vedere e rivedere), bravo il ds Magalini a scommettere a occhi chiusi su di lui, nonostante il ragazzo venisse da un’annata anonima nel Sudtirol, ma è stata la fortuna del Catanzaro, si sapeva che Pompetti è destinato a farsi strada, solo che quest’estate non c’era la fila per lui, dopo 17 apparizioni fra gli altoatesini senza lasciare il segno. Ora però, serve calma e gesso. Magalini ha già dettato la linea: le favorite sono altre, il 1° posto non ci compete e altre bugie bianche di questo tipo perché l’obiettivo è quello di andare, fino a quando sarà possibile, a fari spenti, lasciando il peso del pronostico ad altre big (alcune delle quali lo stanno già patendo, vedi Spezia e Cremonese, ad esempio).

Certo, quattro giornate sono pochine ma alla ripresa, domenica 17, fischio d’inizio alle 16.15, al Ceravolo sbarcherà proprio il Parma, cioé l’occasionissima, per entrambe le squadre, per andare soli in testa e prodursi nella prima fughetta del campionato. Certo, il Parma ha valori enormi ma il Catanzaro può opporvi il gran lavoro che sta facendo Vincenzo Vivarini, da quando sbarcò nel dicembre 2021. Bisognerebbe parlare di più di ciò che sta dando il tecnico abruzzese al calcio italiano. Per dire, quando portò il Teramo in B (poi retrocesso per un illecito sportivo) lanciò una coppia d’attacco formata da Alfredo Donnarumma e Gianluca Lapadula: all’epoca non li conosceva nessuno, con lui diventarono i bomber che ancora sono, capaci in quella stagione di superare i 20 gol, a testa.

E una vocazione offensiva ce l’ha anche questo Catanzaro, non solo per il totem Iemmello che giocando per la squadra della sua città è tornato ai livelli migliori. Ma perché, ad esempio, sulle fasce Vivarini schiera Situm e Vandeputte, due che sono ex attaccanti e che non hanno certo perso il vizio di offendere. Con un occhio in più, rispetto alla C, all’equlibrio della squadra, perché la B lo richiede. Insomma, erano 40 anni che a Catanzaro non si respirava un’aria così frizzante. I tempi d’oro di Palanca e Bivi oggi sembrano dietro l’angolo.

 

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