Così Longo ha resuscitato il Bari

I pugliesi non perdono da 6 partite e possono ambire ai playoff: l'ex allenatore di Toro e Alessandria sta  guarendo quella che era la grande malata della B
Così Longo ha resuscitato il Bari© LAPRESSE

TORINO - La notizia è che a Bari è tornato l’entusiasmo. E visto come era iniziata la stagione, non era scontato che accadesse. Ma, fatti i debiti scongiuri, forse lo possiamo dire: con Moreno Longo il Bari ha svoltato e sembra avere tutti i mezzi per mettersi alle spalle la scorsa fallimentare annata, chiusa con la salvezza ai playout e passando per quattro allenatori. Pare tutto archiviato, Longo è riuscito a rimettere in carreggiata una squadra che era la grande malata della B. Lo scotto della scorsa stagione s’è pagato nelle prime due giornate, con quell’avvio horror che aveva visto il Bari crollare 1-3 al San Nicola con la Juve Stabia e al secondo turno cadere 2-1 a Modena. Da allora, l’ex tecnico di Como, Toro, Alessandria, Pro Vercelli e Frosinone non ha più perso, è imbattuto da 6 gare nelle quali ha conquistato gli attuali 10 punti, nutrendo legittime ambizioni da playoff, perché il valore è quello lì, anche se il contesto della B resta sempre molto incerto e basta poco per passare dalla zona playoff a quella playout, e viceversa. Però si può ben sperare perché la squadra sta avendo continuità nelle prestazioni, perché Longo ha trovato la quadra giusta con un funzionale 3-4-2-1, il modulo più di moda che però Longo conosce profondamente, lo proponeva già ai tempi dell’Alessandria. Ma soprattutto, Longo a Bari sta rivitalizzando chi nella scorsa annata aveva deluso ma allo stesso tempo vengono valorizzati i nuovi. Vedere, ad esempio come nell’ultimo turno il Bari abbia sfiorato il colpo a Cremona (anche se poi l’esonero di Stroppa in grigiorosso è arrivato comunque): un 1-1 beffardo, maturato nel finale, ma il Bari era passato per primo col bel gol di Lasagna, quasi resuscitato da Longo, magicamente smarcato di tacco da Sibilli, l’unico che la scorsa stagione s’era salvato. Insomma, è un Bari che inizia a giocare da squadra, dove tutti si sbattono per il compagno e nessuno si risparmia. Benali in regia ad esempio, nonostante inizi ad avere i suoi annetti, è tornato a livelli che non raggiungeva da diverse stagioni. Per non parlare della crescita, anche tattica, di Dorval sulla fascia mancina che di fatto è un attaccante mascherato. E poi il ritorno di Vicari, Maita e Pucino su alti livelli, l’affidabilità di Mantovani in difesa, il fatto che ora in porta ci sia un elemento di livello come Radunovic e non il poco presentabile Brenno che nella passata stagione aveva sbagliato parecchio, al punto che il paragone con il predecessore Caprile risultava impietoso. Il fatto che in panchina ci siano due attaccanti come Favilli e Novakovich, entrambi sono già tornati molto utili, mettendo alle spalle i problemi fisici assortiti che hanno avuto in passato. E non dimentichiamoci di folletto-Falletti che giocando in coppia con Sibilli alle spalle dell'unica punta di ruolo, crea un tandem dall'alta imprevedibilità. Mescolate tutto ciò e vi accorgerete che al Bari mancano i due punti di Cremona. Tanto più che il pareggio lombardo di Sernicola era un tiro deviato e ai pugliesi manca un rigore che Longo contesta ancora. Pazienza. La squadra c’è, la nottata sembra passata, e tanto basta.

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