TORINO - La scorsa primavera, metà delle squadre che lasciavano la B per la C, erano durate una sola stagione nella seconda serie. Si parla di Lecco e Feralpisalò: i primi tornavano in B dopo mezzo secolo, i secondi erano debuttanti assoluti, entrambe di fatto vissero un campionato sempre ai margini, o quasi. In questa annata invece, tira un’altra aria, con le quattro neopromosse che si meritano tutte l’etichetta di “matricole terribili”, almeno. Perché Cesena, Juve Stabia, Mantova e Carrarese sono tutte abbastanza lontane dal fondo della classifica e alcune coltivano anche qualche ambizione più o meno nascosta. Scopriamole.
CESENA
I romagnoli guidati da Michele Mignani sono quarti in classifica e in ascesa: 21 punti, 10 nelle ultime 4 uscite, l’unica squadre che prova a non far scappare troppo il terzetto di testa: Pisa (30 punti), Sassuolo (28) e Spezia (27). Dunque in tanti dovrebbero tifare per il Cesena: se infatti a fine stagione il divario tra terza e quarta dovesse essere di almeno 14 punti, le prime tre salirebbero direttamente in A e non si giocherebbero i playoff, la manifestazione più seguita della Serie B . La domanda è: questo Cesena può evitare ciò? Probabilmente sì, perché la squadra è un buon mix tra giovani emergenti ed esperti elementi di categoria. Oltre a poter schierare centrattacco il capo cannoniere della B, l’italo-albanese Cristian Shpendi (già 8 gol).
JUVE STABIA
Il gruppo di Guido Pagliuca è 9° in classifica, dopo essere stato per diversi turni la miglior neopromossa. Poi la squadra di Castellammare di Stabia ha perso un po’ di smalto: nelle ultime 5 uscite non ha mai vinto e ha raccolto solo tre punti. L’ultimo successo risale al 4 ottobre e fu qualcosa di storico, la Juve Stabia s’impose a Marassi sulla Samp con una doppietta in pochi minuti di Adorante (già a 5 reti) che ribaltarono i quotati blucerchiati. Insomma, le Vespe magari adesso non scoppiano di salute ma restano l’unica squadra capace di sconfiggere la capolista Pisa o di vincere in scioltezza nella cattedrale della Serie B, il San Nicola di Bari. L’obiettivo dichiarato è la salvezza e ci sono gli ingredienti per ottenerla senza troppi patimenti.
MANTOVA
I lombardi di Davide Possanzini sono la classica squadra che raccoglie più complimenti che punti, il Mantova è arrivato alla sosta novembrina in 10ª posizione a una sola lunghezza dalla zona playoff. Nell’ultima uscita, hanno confermato tutto il loro valore piegando 1-0 la Cremonese, una delle teoriche favorite per la A, risultato che ha pure fatto saltare la panchina di Corini e rimesso in sella Stroppa. Possanzini è un allenatore “dezerbiano”, visto che è stato anche suo collaboratore, anche se in campo le sue squadre sono più equilibrate e si fanno notare anche per l’ottima organizzazione, oltre all’attitudine a fare quasi sempre la partita. Insomma, non ci sarebbe da stupirsi a trovarli nei playoff a primavera, anche se in teoria per quel traguardo dovrebbero esserci squadre più attrezzate.
CARRARESE
Gli apuani guidati da Antonio Calabro si riaffacciano in B dopo 76 anni, dunque possiamo considerarli quasi come dei debuttanti assoluti. Soltanto da un mese possono giocare nello stadiolo di casa, lo Stadio dei Marmi, che non era pronto per l’inizio della stagione, necessitava di diversi lavori. Oggi la Carrarese è 16ª e disputerebbe i playout con la Salernitana ed è già un discreto traguardo, visto che in estate, alla chiusura del mercato, gli apuani erano considerati il gruppo meno quotato del campionato. Tuttavia, la Carrarese, prima di perdere a Modena nell’ultima uscita (2-0), era imbattuta da 6 gare nelle quali aveva messo insieme 10 punti. Dunque non mancano i valori che sta tirando fuori Calabro, allenatore che s’era già affacciato alla B col Carpi nel 2017/18. Poi per lui, solo Serie C. Ma se salvasse la Carrarese meriterebbe di diventare un tecnico che allena in B in pianta stabile.