TORINO - Non ci sono più parole per definire la grandezza dello Spezia di Luca D’Angelo: una squadra che non è molto diversa da quella che nella scorsa stagione si salvò all’ultima giornata battendo il Venezia, poi promosso in A dopo i playoff. Col tecnico pescarese però, s’erano messe solide basi già nella passata annata perché quella salvezza resta un’impresa, vista la situazione che D’Angelo ereditò da Alvini, pochi erano convinti che l’Omone, come lo chiamavano a Pisa, sarebbe riuscito a tenere in B gli aquilotti liguri. Quella salvezza però, ha cementato un gruppo che nel frattempo s’è fatto granitico. E questo spiega perché, a dispetto dei pronostici estivi, lo Spezia è l’unica squadra imbattuta della B e merita di occupare la seconda posizione, cioé se il campionato finisse oggi, lo Spezia tornerebbe in quella A lasciata nel 2023. La vittoria dei liguri all’Arechi di Salerno è ineccepibile, contro una squadra che proviene dalla massima serie e che era andata alla sosta convinta di aver svoltato dopo aver vinto a Palermo. E invece no. Lo Spezia, sospinto da 200 caldissimi tifosi che riuscivano a farsi sentire nella bolgia dell’Arechi, ha fatto la sua solita partita di sostanza, col gruppo che ha applicato ferocemente i dettami del calcio agonistico di D’Angelo, praticamente il suo è un Cittadella all’ennesima potenza, un Cittadella che potrebbe farcel… A. Gara sbloccata a inizio ripresa da Soleri con una splendida rovesciata, gol importante anche per dare autostima e credere di più nei propri mezzi a una punta che forse ora a Palermo rimpiangono ma che ha fatto bene ad accettare la corte dello Spezia che lo ha fortemente voluto e lo sta fortemente valorizzando, cosa che in Sicilia proprio non riusciva ad accadere. Raddoppio da calcio d'angolo - su ennesimo schema da palla ferma, la specialità dello Spezia - di Nicolò Bertola, difensore classe 2003, già alla terza rete in questa B, prodotto doc del vivaio ligure (che da anni lavora in maniera egregia e non ha nulla da invidiare a quello di Genoa o Samp), uno che a gennaio potrebbe avere parecchie richieste, anche dalla Serie A. E chissà che Spezia sarà, visto che la proprietà statunitense dei Platek sta trattando la cessione del club e chi subentra dovrà alimentare il sogno di una piazza che è tornata a respirare i tempi d’oro con Vincenzo Italiano che portarono alla prima promozione in A e alle pagine più belle della storia dello Spezia.