Con i suoi dodici campionati alla guida di una squadra di serie B, un capolavoro la promozione con il Novara preso in C e portato al doppio salto, ma anche risultati altrettanto importanti come il quarto posto con il Pordenone o le salvezze con Ternana, Mantova e Triestina, Attilio Tesser è la stella cometa che ci guida nei meandri dell'ultima giornata. Novanta e più minuti di sogni e paure. Con ancora verdetti in testa e in coda da emettere.
Da grandi squadre derivano grandi società: Parma in Serie A, il Como quasi
Per il Como sarà una formalità staccare il biglietto per il secondo posto?
«No, non credo. Sono finiti, o almeno mi piace pensare che sia così, i tempi in cui le squadre senza motivazioni si scansavano. Credo proprio che il Cosenza se l'andrà a giocare. Ha la testa libera e un giocatore come Tutino, che non è certo sazio di quanto ha fatto finora. Poi è ovvio che il Como oltre alle motivazione ha un alto tasso qualitativo dalla sua parte e la piazza aspetta la serie A da più di 20 anni quindi spingerà forte la propria squadra. Non dite però che aspettano la promozione da tanto (sorride, ndr) perchè io a Novara vinsi un campionato di B dopo ben 55 anni di attesa... Scherzi a parte, il Como non deve commettere l'errore di scendere in campo sicuro dei tre punti. Altrimenti il Venezia ne può approfittare, anche se la squadra di Vanoli ha la partita più difficile contro uno Spezia non ancora salvo. Sarà questo probabilmente il match più tosto e incerto dell'ultima giornata».
Vede un progetto cominciato ancora due o tre anni fa in Como e Venezia così come nella vittoria del Parma?
«Sicuramente sì. Proprietà forti alle spalle, a Como addirittura mi dicono che non ci siano problemi di ingaggi e i proprietari stiano investendo tantissimo. Hanno avuto anche la forza di difendere un cambio di allenatore apparso strano perché Longo stava facendo benissimo, ma evidentemente pensavano che ci fossero una serie di tasselli da inserire e così hanno fatto. Il Parma era favorito già l'anno scorso, la proprietà americana è arrivata retrocedendo subito, ma non si è persa d'animo e ha saputo rialzare la testa con un programma ben definito».
Playoff e playout: spettacolo in arrivo
Ai playoff prevede sorprese?
«Chi non salirà subito tra Como e Venezia sarà la favorita insieme alla Cremonese. Come organico e forza hanno qualcosa in più delle altre, ma attenzione: dopo 38 giornate salgono subito le migliori, il campionato non mente, il playoff invece è qualcosa di diverso e può esserci spazio in queste gare da dentro o fuori davvero per tutte e non è un modo di dire».
Il Catanzaro, che gioca bene, è neopromosso, non ha pressioni, può essere la mina vagante nella post season?
«Sono stati protagonisti di una stagione formidabile, sono in fiducia. Il Palermo può sembrare deluso per non aver chiuso nelle prime due, ma saprà resettare. E vedrete che anche Sampdoria e Brescia si giocheranno le loro chances fino all'ultimo. È il bello di questa formula».
In fondo, invece, è la solita bagarre da ultima giornata?
«Eh sì, la serie B non arriva mai agli ultimi 90' con già tutte le retrocessioni decise. Qui è difficile, quasi impossibile trovare una favorita, anche se lo Spezia con quei due punti in più può fare la differenza su Ternana, Bari e Ascoli. Il caso del Bari è emblematico di cosa sia la serie B: un anno fa arrivò a 40" dalla serie A e adesso rischia la C. Ma già l'anno scorso avevamo assistito alle sorprendenti retrocessioni di Benevento e Spal».
Tattica e tecnica: il fenomeno Bernabé e tanta giovane Italia
Per la proposta di gioco, la serie B ha detto qualcosa di nuovo?
«Si cerca tanto la partenza dal basso, ma non è che prima non accadesse piuttosto era meno reclamizzata. Sicuramente si gioca in modo più offensivo, il pressing alto lo fanno ormai quasi tutti e questo vuol dire che le squadre che si mettono dietro la linea della palla e aspettano sono rarissime».
E per quanto riguarda i singoli?
«Mi verrebbe facile dire Bernabè del Parma, ma se ci ricordiamo bene già in serie A segnò un gol fantastico dribblando avversari come paletti. Per andare in squadre di media classifica dico Bianco della Reggiana, centrocampista che seguo dai tempi della Primavera della Fiorentina. Ambrosino, attaccante del Catanzaro, sta confermando quanto bene si diceva su di lui. Per citare un altro 2003 penso a Ghilardi, difensore della Sampdoria. Ma non dimentico due giocatori non più giovanissimi, ma che hanno saputo risalire dalla serie C per diventare determinanti in B: Vandeputte, re degli assist a quota 14, e Tutino, che segnare 19 gol in 34 partite è un risultato eccezionale».