TORINO - A Cosenza tira un’aria nuova, quasi frizzante. I rossoblù calabresi sono in B dal 2018 e dopo aver conseguito l’ultima salvezza superando il Brescia ai playout, c’è voglia di lottare per qualcosa di più, di andare magari a prendersi quella Serie A mai frequentata dai lupi silani. Sembra un sogno, e probabilmente lo è. Ma è stato patron Guarascio a parlarne per primo, mettendo la massima serie nel mirino per il medio termine. Giusto essere ambiziosi perché questo Cosenza ha dimostrato di avere valori e una conduzione societaria che meriterebbe più rispetto, anche se Guarascio è da anni nel mirino di una critica che non gli riconosce una gestione oculata (lontano da certe avventure sconclusionate del passato cosentino), tenendo i conti societari a posto. Per dire, il club rossoblù ha chiuso la stagione tra le prime in classifica per quanto concerne l'utilizzo degli Under 23: questo porterà un bel tesoretto da parte della Lega, per non parlare dei premi di valorizzazione che arriveranno dal Milan per i prestiti di Brescianini e Nasti, due delle colonne dell’ultimo Cosenza che hanno firmato le vittorie più importanti. Insomma, questo Cosenza fa bene al calcio italiano e merita di essere seguito con calore, evitando magari, come successo in parte dell’ultima stagione, di lasciarlo solo, in uno stadio vuoto, a conquistarsi una salvezza che pareva impossibile. Ma ogni anno per gli scommettitori il Cosenza è la prima favorita per la retrocessione. Però poi, ogni volta è salvezza, anche se nel 2021 la B fu mantenuta grazie alla riammissione per la cancellazione del Chievo. Certo, bisognerà capire come e con chi ripartire per il 2023/24. Il tecnico Viali ha conquistato una salvezza perfino più bella di quella che ottenne Bisoli un anno fa. Da debuttante in B, Viali s’è fatto un nome e sarà il nuovo allenatore dell’Ascoli che gli ha offerto un biennale. Per la sua sostituzione, girano parecchi nomi, l’ultimo è quello di Cristiano Lucarelli, pista difficile da percorrere, anche se è destinato a lasciare la Ternana con cui comunque ha un contratto fino al 2025. Lo stesso ds, Roberto Gemmi, ha fatto un lavoro egregio e piace a diversi club: oggi avrà l’incontro decisivo con Guarascio, se se ne va può rilevarlo Giuseppe Ursino, già storico dirigente del Crotone, più volte presente al San Vito-Marulla durante la stagione. Intanto però, nei giorni scorsi, Gemmi ha incontrato a Cosenza un attaccante molto amato dal popolo rossoblù: Gennaro Tutino. L’affetto è reciproco, Tutino è ancora legatissimo alla squadra con cui si affermò, quando era ancora un promettente attaccante uscito dal vivaio del Napoli. Con Braglia in panchina e pure un certo Okereke in attacco, il Cosenza versione 2017/18 salì in B vincendo i playoff-mattanza della C, partendo dal primo turno, impresa mai eguagliata da quando in Lega Pro esiste la formula dei playoff a 28 squadre. Poi Tutino si sarebbe fatto un nome segnando i gol che portarono in A la Salernitana nel 2021. Ma il primo amore non si scorda mai. Tutino da due stagioni è di proprietà del Parma ma non gli sta girando bene, a gennaio è andato in prestito al Palermo senza riuscire a rilanciarsi. L’ostacolo maggiore è l’ingaggio, fuori dai parametri del Cosenza. Ma magari il Parma potrebbe dare una mano: è anche loro interesse rilanciare il giocatore e farlo ripartire dalla società che lo ha fatto emergere potrebbe essere la mossa giusta per riportarlo ad alti livelli.