A Salerno sale l'attesa per gli ultimi 90 minuti di una Serie B che ha visto tra le sue maggiori protagoniste proprio la formazione di Fabrizio Castori. Dopo l'Empoli, i granata potrebbero essere la seconda squadra ad accedere direttamente in Serie A. Un traguardo che a Salerno manca dalla stagione 1998-99 e che precedentemente era stato raggiunto solo nel 1947-48. La Salernitana e i suoi ragazzi, dunque, sono vicini a riscrivere la storia. L'ultimo ostacolo verso la promozione è il Pescara di un grandissimo ex, Gianluca Grassadonia, nato a Salerno e con un passato in granata sia da tecnico che da calciatore. A poco più di un giorno dalla gara, in programma domani, lunedì 10 maggio, alle 14 all'Adriatico, il tecnico degli abruzzesi ha subito un atto intimidatorio. Un gruppo di esagitati ha infatti aggredito a Salerno la figlia 18enne dell'allenatore con calci e spintoni.
Aggredita la figlia di Grassadonia, la denuncia social della moglie
Un fatto increscioso che non c'entra nulla con il calcio e che la moglie di Grassadonia, Annabella Castagna, ha voluto immediatamente denunciare attraverso un post su Facebook: "Dopo cinque giorni di minacce e insulti dirette alla nostra famiglia, la follia consumatasi questa sera è intollerabile. Nostra figlia, appena diciottenne, è stata minacciata e aggredita con spintoni e calci affinché il papà capisca.... Tutto questo per una partita di calcio. Ci auguriamo che questi criminali, ben lontani dall'essere tifosi, vengano identificati al più presto, anche perché questa è la prima volta in cui il bersaglio della violenza è stato un componente della nostra famiglia. Ringraziamo tutti coloro che ci hanno mostrato solidarietà in queste ore così tristi e concitate, ma ci sembra chiaro, ora più che mai, che la nostra vita continuerà lontano da Salerno. Ci auguriamo che civiltà e rispetto possano divenire prerogativa di tutti".
La solidarietà di Salernitana e Pescara: le note dei club
La Salernitana ha subito preso le distanze da quanto accaduto, schierandosi al fianco della famiglia Grassadonia: "L’U.S. Salernitana 1919 stigmatizza e condanna i comportamenti intimidatori ed offensivi messi in atto in queste ore da qualcuno nei confronti dei familiari dell’allenatore del Pescara Calcio, il signor Gianluca Grassadonia. Una partita di calcio, pur se importante e decisiva, resta tale e non può scatenare simili manifestazioni di violenza verbale. Tutto deve restare nell’ambito della vicenda sportiva e sul rettangolo di gioco. Purtroppo, questa è anche la conseguenza di un clima costruito ad arte per generare odio da personaggi di basso calibro che puntualmente pubblicano sul web false notizie. Ci risulta, infatti, da fonti certe che il signor Grassadonia nella sua conferenza stampa non abbia mai fatto alcun riferimento alla Salernitana né parlato della gara in programma lunedì. Purtroppo, mentre l’U.S. Salernitana 1919 compie il suo massimo sforzo per provare a raggiungere uno storico obiettivo e regalare un’immensa gioia ai suoi tifosi c’è ancora chi infanga il nome del club e della città con manovre subdole ispirate da interessi meramente personali". Il Pescara sul proprio sito internet fa sapere che "il tecnico biancazzurro non rilasceraàalcuna intervista o svolgerà conferenza stampa pre partita in vista della gara, ma garantirà come sempre la propria professionalità cercando di preparare al meglio la partita. La Delfino Pescara 1936 oltre a porgere il messaggio di solidarietà al proprio tecnico, si è subito prodigata affinchè la famiglia Grassadonia raggiunga al più presto Pescara per garantire quella serenità purtroppo venuta meno nella loro citta' di origine".
Il commento del presidente dell'Assoallenatori Ulivieri
"Non c'è nessuna ragione che giustifichi la violenza, se fatta per una partita di calcio poi è la fine del mondo. In questo caso la violenza è accoppiata alla stupidità" Così il presidente dell'Assoallenatori Renzo Ulivieri ha commentato i fatti accaduti a Salerno. "Il movimento calcistico è vicino a Grassadonia, come tutti gli allenatori. È successo già per il figlio di Pirlo - continua -, ormai si fanno delle cose che non sono umane. Credo che non c'entri nulla che sia un allenatore o meno, stiamo parlando di una violenza generalizzata che in questo caso va a realizzarsi nei confronti di una ragazza di 18 anni. È frutto di una cultura dilagante, alla testa della quale ci sono anche dei politici con le loro dichiarazioni. Gli errori si fanno ma ci sono categorie che non possono sbagliare".