Pagina 2 | Toro in vendita? Dai fatti dell’estate agli scenari futuri: marcia a tappe

Era il 27 novembre: mai dimenticare. Cairo: «Sono presidente da 19 anni e non voglio rimanere a vita, ci sta che a un certo punto passi la mano. Se arriverà uno più ricco e bravo di me, sarò disposto a farmi da parte. Mica voglio rimanere a tutti i costi! I ventenni prima o poi finiscono», aggiunse ancora con un’evocazione storica discutibile. Fu quella la prima grande svolta, quantomeno a livello di comunicazione, del secondo semestre del 2024. Tutto cominciò in estate, a metà agosto: quando, come un fulmine all’improvviso (anche per Vanoli), il presidente decise di vendere Bellanova, dopo aver già ceduto Buongiorno. Di lì in poi non esplose, ma riesplose la contestazione popolare, che già negli anni precedenti, ciclicamente, aveva investito più o meno duramente Cairo. E riesplose in forme durissime, estendendosi anche a strati della tifoseria fino a quel momento poco inclini a protestare in modo appariscente e detonante, sotto l’aspetto...canoro.

La Grande Speranza

 A settembre, poi, l’ingresso ufficiale di Red Bull tra gli sponsor del Torino alimentò una Grande Speranza tra i tifosi (speranza viva ancor oggi, va detto): cioè che la multinazionale austriaca acquisti il club, un giorno. A seguire si sarebbero poi diffuse indiscrezioni anche su un possibile interesse del fondo sovrano arabo Pif per lo stadio Grande Torino e per il club granata, oltreché di fondi di investimento Usa (successivamente, voci anche sul fronte qatariota). Intanto pure il sindaco di Torino, Lo Russo, annunciava una svolta: la volontà di lavorare per cancellare le ipoteche da 38 milioni pendenti sullo stadio, di proprietà della Città. Ed è del tutto evidente che il Torino, oggi come oggi, può interessare a una multinazionale o a un fondo straniero soltanto se il candidato acquirente potrà contestualmente collegare al club il business dello stadio. Quell’incontro tra Cairo e Lo Russo a fine novembre nel paesino di Masio, incontro che sarebbe dovuto restare segreto (ma chissà mai perché), rappresentò poi un altro passaggio significativo.

 

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La questione stadio

A febbraio la Giunta avrebbe poi varato una delibera di indirizzo ad hoc per mettere la Città nelle condizioni di vendere lo stadio, in futuro, attraverso una pubblica gara (una prospettiva non a breve tempo, dunque). Il sindaco rivelò anche di aver chiesto ufficialmente all’Agenzia delle Entrate la cancellazione delle ipoteche (conditio sine qua non, nell’ottica di una cessione dell’impianto). E se l’Agenzia non eccepirà, a fine giugno le ipoteche si estingueranno per “morte naturale”, dopo 20 anni di...nulla. Sempre la Giunta ha già dato anche avvio a una procedura di evidenza pubblica di consultazioni preliminari del mercato. E, a tutela della collettività e degli interessi patrimoniali della Città, ha deciso pure di prorogare il contratto di affitto dello stadio al Torino dalla scadenza del prossimo 30 giugno sino a fine 2026.

Le parole dell'economista Bertoldi

Ci spiegava l’economista Bertoldi, ieri su queste colonne, analizzando il bilancio del Torino per l’anno solare 2024 (+10,4 milioni, dopo 6 anni di perdite): «Siamo in presenza di un bilancio nettamente migliorato, bello anche da...vendere, firmato da un imprenditore avveduto che sembra proprio stia preparandosi a cedere il Torino ordinatamente, di qui a 14 mesi. Per la mia esperienza e dati gli scenari, comprese l’attesa cancellazione delle ipoteche e le condizioni del finanziamento di Banca Ifis varato dal Torino a settembre con rate congelate sino al giugno 2026, ritengo che Cairo abbia la concreta convinzione di poter vendere il Torino appunto entro tale data».

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La questione stadio

A febbraio la Giunta avrebbe poi varato una delibera di indirizzo ad hoc per mettere la Città nelle condizioni di vendere lo stadio, in futuro, attraverso una pubblica gara (una prospettiva non a breve tempo, dunque). Il sindaco rivelò anche di aver chiesto ufficialmente all’Agenzia delle Entrate la cancellazione delle ipoteche (conditio sine qua non, nell’ottica di una cessione dell’impianto). E se l’Agenzia non eccepirà, a fine giugno le ipoteche si estingueranno per “morte naturale”, dopo 20 anni di...nulla. Sempre la Giunta ha già dato anche avvio a una procedura di evidenza pubblica di consultazioni preliminari del mercato. E, a tutela della collettività e degli interessi patrimoniali della Città, ha deciso pure di prorogare il contratto di affitto dello stadio al Torino dalla scadenza del prossimo 30 giugno sino a fine 2026.

Le parole dell'economista Bertoldi

Ci spiegava l’economista Bertoldi, ieri su queste colonne, analizzando il bilancio del Torino per l’anno solare 2024 (+10,4 milioni, dopo 6 anni di perdite): «Siamo in presenza di un bilancio nettamente migliorato, bello anche da...vendere, firmato da un imprenditore avveduto che sembra proprio stia preparandosi a cedere il Torino ordinatamente, di qui a 14 mesi. Per la mia esperienza e dati gli scenari, comprese l’attesa cancellazione delle ipoteche e le condizioni del finanziamento di Banca Ifis varato dal Torino a settembre con rate congelate sino al giugno 2026, ritengo che Cairo abbia la concreta convinzione di poter vendere il Torino appunto entro tale data».

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