È un Toro per stranieri: solo una squadra di Serie A ha meno italiani

La scorsa stagione la formazione granata era composta da 7 azzurri: ora si sono aggiunti Paleari e Donnarumma
È un Toro per stranieri: solo una squadra di Serie A ha meno italiani© Marco Canoniero

TORINO - La cessione di Buongiorno allegata alla ancora più dolorosa partenza di Bellanova hanno consentito a Cairo un corposo introito, impoverendo il Torino di due risorse tecniche, nonché di due elementi in grado di rappresentare - e con prevedibile crescente frequenza - il granata in Nazionale. È rimasto il solo Ricci, a vestire l’azzurro con idealmente sotto la maglia del Toro. Il bacino dal quale attingere a nuove risorse per l’Italia si sta restringendo come i ghiacciai di montagna, è il Torino Fc non fa eccezione. Lo scorso anno gli italiani erano sette, appunto tre dei quali con più o meno frequenza nel gruppo di Spalletti (il quale, scremato il macro gruppo iniziale, in Germania avrebbe portato soltanto Buongiorno e Bellanova). Adesso sono scesi a quattro, per altro con due che non giocano essendo secondo e terzo portiere - Paleari e Donnarumma - e con Ciammaglichella che sta studiando nell’U20 per magari un giorno approdare nella Nazionale maggiore.

È un Toro globale

Se l’ultimo Juric ha potuto contare oltre che sui difensori passati a Napoli e Atalanta su Gemello e Lovato, Pellegri e lo stesso Ricci (in più iniziando a inserire in prima squadra Ciammaglichella), ora Vanoli ha due centrocampisti e due portieri di riserva quali italiani in rosa. Pochi, tanto che tra le altre diciannove del campionato italiano soltanto l’Udinese ne ha di meno: due, gli ex granata Paleari e Lucca. Tantissime le nazioni di nascita dei calciatori granata, ben diciotto con la Francia che più di ogni altra è rappresentata: ben cinque, come da tabella a corredo dell’articolo, i francesi del Torino. Seguono gli italiani con tre, mentre con due ci sono croati, polacchi e serbi. Non compaiono due Continenti, l’Asia e l’Oceania, mentre tante sono le bandierine piantate in Sud America: Sanabria è paraguaiano, Zapata colombiano e il nuovo arrivato, il difensore Maripan, è cileno. Due sono le nazioni africane, per quanto entrambi i casi siano particolari: Coco è nato in Spagna, ma gioca per la Guinea Equatoriale in virtù del passaporto del padre.

Difesa e Attacco senza italiani

Masina ha invece scelto il Marocco, paese dove è nato, pur essendo cresciuto in Italia dove si era trasferito da bambino. Il resto è Europa: da Francia a Italia e Croazia, da Polonia a Serbia come detto la rappresentanza è almeno doppia. Le singole sono Austria (Lazaro), Kosovo (Vojvoda), Lituania (Gineitis), Norvegia (Pedersen), Olanda (Schuurs), Scozia (Adams), Svezia (Njie) e Turchia (Ilkhan). Le difficoltà che il Toro come il calcio italiano incontra a mantenersi altamente competitivo a livello di club, oltreché di Nazionale, è sottolineata da un aspetto: nessun giocatore arriva da Inghilterra, Spagna o Germania, cioè dai migliori campionati europei. La prima volta che Ricci prenderà il raffreddore o sarà squalificato, il Toro salvo la contemporanea, ma difficile a immaginarsi indisponibilità di Milinkovic Savic, si troverebbe a scendere in campo con una formazione composta esclusivamente da stranieri. Tale sarà sempre la difesa, priva di italiani alla pari di un attacco che resta per la maggioranza sudamericano.

Uno spogliatoio eterogeneo 

Bella, quando in campo, la sintesi della coppia tra le note scozzesi di Adams e la furia agonistica sudamericana di Zapata. Detto che Adams ha scelto la Scozia, ma di nascita è inglese. Se, come sembra dalle prime dichiarazioni, Maripan aggiungerà un temperamento focosamente cileno alla carica spagnola con taglio africano di Coco, per gli avversari sarà un problema salvare le caviglie. A maggior ragione quando tornerà disponibile Schuurs: l’olandese è tanto gentile fuori dal campo quanto duro al suo interno. In questo esprimendo coerentemente un certo modo d’essere di molti suoi connazionali, spesso in equilibrio tra spietatezza e gentilezza. Il colore azzurro - Ricci - è a centrocampo, reparto nel quale emerge la lineare mentalità mitteleuropea di Linetty e il tocco più fantasioso, culturalmente slavo, di Ilic. A Vanoli, italiano di Varese e giramondo per professione, il compito di rendere omogeneo uno spogliatoio eterogeneo.

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