Vanoli-Zapata: alleanza per una sosta da Toro. Previsto lavoro specifico per Pedersen

Tecnico e capitano decisi a tenere sulla corda il gruppo pur privo degli undici convocati
Vanoli-Zapata: alleanza per una sosta da Toro. Previsto lavoro specifico per Pedersen© / Agenzia Aldo Liverani

Lo si diceva dal Penzo: la trasferta di Venezia positiva nell’esito e per come è stato conseguito il risultato ha avuto un solo neo. La sosta per le nazionali dà l’alt a un gruppo che sarebbe stato interessante rivedere subito all’opera, in casa contro il Lecce per verificarne la progressione. E invece la sfida contro i giallorossi arriverà soltanto tra un paio di settimane. Vanoli, se avesse potuto, avrebbe rapito i giocatori, li avrebbe blindati dentro al Fila e poi liberati unicamente nell’imminenza della gara. Avrebbe voluto spendere energie per integrare nella difesa Maripan e Walukiewicz, affinare l’intesa super promettente tra Adams e Zapata, disegnare nuove azioni facendo transitare il pallone dal piede di Ricci e Ilic. E invece questi ultimi sono sei tra gli undici granata che il tecnico si è visto sfilare (gli altri sono Coco, Sosa, Sanabria e Vojvoda, oltre a ai giovani Ciammaglichella e Njie).

La giusta concentrazione

La necessità è, a questo punto, legata al mantenimento della giusta concentrazione per un arco di tempo lungo, e dentro il quale non è possibile adeguare la squadra con i nuovi arrivati. A Vanoli restano tre portieri (Milinkovic Savic, Paleari e Donnarumma), di fatto un difensore, Masina, visto che Schuurs è ancora ai box, poi due esterni (Pedersen e Lazaro), due centrocampisti (Tameze e Linetty) e due punte (Karamoh e Zapata). In tale contesto il rischio di perdere la direzione, di allentare leggermente la presa pagandone le conseguenze contro il Lecce è concreta. Ecco perché la sosta sarà un test in primo luogo per l’allenatore, chiamato a tenere alta la motivazione. E in questo appoggiandosi al leader del gruppo: Zapata va fisicamente gestito e magari allenterà leggermente i carichi di lavoro, ma in spogliatoio come sul campo di allenamento avrà la responsabilità di mettersi in testa al gruppo da primo alleato di Vanoli. La pausa per gli impegni delle nazionali consentirà anche, all’allenatore granata e al suo staff, di concentrare l’attenzione sui casi specifici. Uno di questi concerne Pedersen, l’esterno destro preso dal Sassuolo per rimpiazzare Bellanova e che ha il ben arduo compito di non far rimpiangere l’azzurro. Il norvegese, a Sassuolo, non ha brillato, ma è accreditato, se sostenuto da una buona condizione, di una corsa sui trenta, quaranta metri che potrà rivelarsi funzionale al gioco di Vanoli: ora deve crescere sul piano fisico.

L'occasione per Lazaro

Contestualmente l’occasione sarà propizia per insistere con Lazaro, salito di importanza proprio a causa della partenza di Bellanova, e del quale in questo avvio di campionato si è apprezzata la voglia di tornare protagonista. Ne ha l’occasione, da cogliere anche sfruttando al meglio queste due settimane di allenamenti settembrini. «Non appena sono arrivato a Torino ho chiesto di avere quattro attaccanti forti - diceva Vanoli dopo la vittoria contro l’Atalanta -. Sono stato accontentato e assieme ai complimenti ad Adams e Zapata per la loro prestazione voglio mettere l’accento sul modo in cui è entrato in campo Karamoh». Ecco, l’attaccante è un altro che potrà beneficiare, mantenendo la giusta attitudine avuta fin dai tempi di Pinzolo - nel cuore di luglio - di un lavoro che ripartirà quest’oggi: dopo la vittoria del Penzo sono stati concessi due giorni di riposo. Da oggi granata di nuovo al Fila, con all’orizzonte il Lecce e la voglia di confermare un eccellente avvio di stagione.

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