"Vanoli entusiasma. Rimpianto Bellanova, da Ilic serve il salto di qualità"

Intervista esclusiva alla leggenda e cuore Toro Rampanti: "Contestazione? I tifosi meritano di più"
"Vanoli entusiasma. Rimpianto Bellanova, da Ilic serve il salto di qualità"

Sette punti nelle prime tre gare contro Milan, Atalanta e Venezia. Difficile da credersi, per il Toro, alla vigilia del campionato. E invece i granata, dopo il successo del Penzo, si godono un avvio di stagione notevole. Merito di un gruppo che ha subito sposato il progetto Vanoli, dando credito alle idee di un allenatore che sotto la Mole può davvero inaugurare un ciclo florido. La pensa così anche Serino Rampanti: una vita al Filadelfia da allenatore, trascorsa a formare giovani talenti con la maglia granata.

Serino Rampanti, il risultato di Venezia-Toro permette ai granata di iniziare l'annata con 7 punti. Si aspettava un avvio del genere?

«Devo dire che è un grande inizio, sì. Quando si vince, poi, va sempre tutto bene, soprattutto per gli allenatori. Fanno riflettere, però, la tante occasioni da gol avute dal Venezia. Sicuramente c’è qualcosa da registrare, ma lo spirito è già quello giusto: il Toro mi piace molto, sono curioso di osservarlo nel tempo».

Cosa in particolare l’ha colpita nelle prime uscite di questa stagione?

«Mi entusiasma il modo in cui Vanoli sta riuscendo a trasmettere le proprie idee. E poi alcuni singoli stanno emergendo con forza: penso ad un giocatore come Ilic, che finalmente sta facendo vedere ciò che vale. Anche Coco ha avuto un impatto straordinario in Serie A e pure Adams mi sembra un rinforzo indovinato, un giocatore funzionale per l’attacco. Il livello davanti si è sicuramente alzato».

Quali sono invece i margini di miglioramento ancora inesplorati?

«Quando gli avversari hanno così tante occasioni da gol, significa che c’è qualcosa che non va dietro. Al momento l’unico elemento realmente affidabile mi sembra Coco, gli altri non li vedo potenzialmente sul pezzo per tutta la stagione. Staremo a vedere anche come si integreranno i nuovi Maripan e Walukiewicz, dovranno necessariamente aiutare un reparto finora in evidente difficoltà, nonostante i risultati. Quando il Venezia, che oggi è una seria candidata alla retrocessione, calcia così tanto in porta vuol dire che i problemi sono solo mascherati dalle vittorie: le parate di Milinkovic-Savic, non solo al Penzo, finora sono state determinanti».

Il mercato è finito. Il Toro di oggi è più o meno forte dello scorso anno?

«Non saprei dare un giudizio così netto. Io penso che ci sia stato un infoltimento della rosa, in generale credo che Vagnati e Vanoli abbiano operato in piena sintonia: questo è già un segnale positivo, nonostante le partenze siano state importanti. E poi mi piace tanto l’allenatore: trovo che lui possa fare la differenza più di qualsiasi innesto».

Spieghi meglio il concetto.

«Penso che il Toro abbia davvero trovato un allenatore ideale per costruire un nuovo ciclo. Intanto mi è piaciuto il modo in cui è intervenuto sulla vicenda Bellanova: significa che è un uomo sincero e onesto, che non si fa calpestare da nessuno e che non fa tanti giri di parole. E poi tatticamente la squadra ha già un’identità riconoscibile e precisa. Mi piace il modo in cui lavorano le mezzali e poi il gioco mi sembra molto più elaborato: non vedo più soltanto un’aggressione feroce sulle seconde palle, ma delle idee più coraggiose in fase di possesso».

Oltre a Buongiorno, il Toro ha perso anche un pezzo pregiato come Bellanova sul mercato. Quanto il valore del gruppo?

«Sicuramente cambia. Trovare un giocatore che crossi come Bellanova non è semplice: parliamo di un ragazzo che è in nazionale e che l’anno scorso, al suo primo anno a Torino, ha fatto benissimo. Parlano per lui anche gli assist che ha collezionato. Per il Toro è una partenza difficile da digerire: vedremo Pedersen all’opera, solo il tempo ci darà una reale idea del suo potenziale».

Che idea si è fatto invece della contestazione, scatenatasi proprio dopo la partenza di Bellanova?

«Mi pare un normale comportamento da parte di qualsiasi tifoso di fronte alla volontà societaria di dare via ogni anno i giocatori più bravi, quelli che ti potrebbero permettere di crescere di stagione in stagione. Mi sembra una reale lettura della politica dirigenziale: ti accontenti di stare sempre lì, di galleggiare, di non fare mai il salto di qualità. Il tifoso vuole qualcosa in più, ma non solo a Torino: è così ovunque».

Da quale giocatore della rosa si aspetta il definitivo salto di qualità?

«Sicuramente da Ilic: è il giocatore più forte in mezzo al campo, non penso ci siano dubbi da questo punto di vista. Mi piace tanto perché sa fare tutto: ha gol, assist, inserimenti, lettura del gioco e anche un passo notevole. Sta facendo vedere che i soldi spesi per lui avevano un senso, ora deve continuare così. Il Toro ha ritrovato un elemento fondamentale».

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