Il Toro appeso a Zapata: è lui l'unica certezza. E con l'Atalanta...

Il capitano deve caricarsi sulle spalle la squadra di Vanoli nel momento più difficile. Nella passata stagione Duvan mise a segno una doppietta nel 3-0 rifilato alla sua ex squadra. Vuole ripetersi anche per continuare la scalata ai super bomber della Serie A

TORINO - L'ultimo baluardo di Toro. L'ultimo al quale potersi aggrappare, l'ultimo da amare. Finché mercato, naturalmente, non lo separi dai granata. Duvan Zapata, però, resta. Perfino Urbano Cairo si è sbilanciato senza mezzi termini sul colombiano: «Per Zapata è arrivata un’offerta da 14 milioni, ma l’abbiamo respinta perché Duvan è attaccatissimo alla nostra maglia e voleva restare con noi. Non a caso, Vanoli ha consegnato a lui la fascia di capitano». Pericoli da qui a venerdì sera, dunque, non se ne correranno. Almeno per il capitano, il simbolo più brillante del nuovo corso dopo la cessione di Raoul Bellanova. Il faro tecnico, ma anche il leader carismatico di un gruppo che si affida al suo unico campione. Lo fa nel momento più difficile: nella settimana della partenza di Bellanova in direzione Bergamo, ma soprattutto nel bel mezzo della feroce contestazione che oggi interesserà la società. A Zapata il compito di prendere per mano i compagni, attraversando senza paura una tempesta che non coinvolgerà i giocatori, ma che può avere fisiologiche ripercussioni sul clima all'interno dello spogliatoio.

Sarà Duvan a dover incamerare alcune frasi della conferenza stampa di vigilia di Paolo Vanoli. Un concetto in modo particolare: «Bisogna voltare pagina e non prendere la cessione di Bellanova come un alibi, questo non mi piace: voglio gridarlo. Ai problemi vanno trovate delle soluzioni, questa squadra penso sia pronta a dimostrare che le soluzioni possano essere trovate». Zapata, in questo senso, sarà il primo ambasciatore di questo messaggio.

Torino, Zapata ritrova l'Atalanta

Poi, ovviamente, ci sono anche le emozioni di mezzo. Perché il colombiano ritrova l'Atalanta: l'anno scorso castigata al Grande Torino, poi abbracciata dal bomber nel giorno del suo ritorno al Gewiss Stadium all'ultima giornata. Gli lanciarono sciarpe, gli regalarono persino salumi e un pintone di vino. Lì Zapata vide sgretolarsi le chance di tornare in Europa, stavolta con la maglia del Toro, ma venne accolto con tantissimo affetto. Alcuni ex compagni volevano addirittura che festeggiasse con loro il fresco trionfo in Europa League, giusto per far capire quanto il legame fra Zapata e l'Atalanta abbia resistito all'addio. Oggi la Dea incrocia nuovamente la propria strada con Duvan, che però ha un solo obiettivo: vincere e aiutare il Toro ad estraniarsi da ciò che succede sul mercato, ma soprattutto dalla contestazione che riguarderà le ore prima del calcio d'inizio, con possibili ripercussioni anche all'interno dello stadio. Zapata sta benissimo e riparte dalla prova da urlo di San Siro, in cui prima ha propiziato il momentaneo vantaggio e poi lo ha blindato con la zuccata del 2-0. Quando è uscito dal campo, però, la luce si è spenta: la rimonta del Milan è anche figlia del vuoto, in termini di leadership, che si è creato in campo dopo la sostituzione con Karamoh. Dal punto di vista personale, poi, Zapata ha altre voglie da soddisfare in Serie A: con il 122° gol realizzato contro i rossoneri ha staccato Icardi nel massimo campionato e allo stesso tempo ha raggiunto Berardi e Burini. I prossimi nomi che può eguagliare fanno tremare i polsi: Vialli, Trezeguet e Dybala (anche lui reduce da una settimana densa di emozioni contrastanti) sono avvisati. Zapata vuole entrare nella leggenda del nostro calcio, possibilmente già da oggi.

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