Milinkovic-Savic: rabbia gigante per riprendersi tutto

Ha visto l’Europeo dalla panchina dopo una stagione nel Toro con luci ma anche ombre: la quinta stagione in granata vale la consacrazione

Tra molte, c’è curiosità guardando all’esordio stagionale del Toro - cornice la Coppa Italia e avversario il Cosenza - concentrando l’attenzione su Milinkovic-Savic. Alcune perplessità sul suo conto, quella sensazione di essere cresciuto ma non ancora al livello da guadagnarsi la piena fiducia in granata, è arrivata oltreconfine. Anche in Serbia, basti tornare all’ultimo Europeo, qualcosa è emerso sull’impermeabilità di Vanja. Fermo a 19 gare con la propria selezione dal momento che in Germania, in porta dall’inizio, gli è stato preferito Rajkovic, fresco di passaggio dal Maiorca all’Al Ittihad. «In quanto a personalità, fisicità e potenzialità il soggetto ha qualità importanti», la sintesi di quanto Juric fin da subito diceva del serbo. Pure aggiungendo, però: «C’è tanto da fare, in certe cose non ci siamo a livello tecnico, e sembra che in passato Vanja non abbia lavorato come avrebbe potuto». Una “macchia” destinata a entrare nell’oblio, ma quando lo stesso Milinkovic avrà evidenziato di poter garantire sicurezza alla porta granata, ad aver colmato quel gap tecnico prima evidente e ora sfumato ma non scomparso.+

I numeri di Vanja

Spesso, nella scorsa stagione, si è fatto sostenere da una porta mantenuta linda. Detto che questa è iniziata chiudendo ogni spazio sia al Lione che poi al Metz (e in questa seconda prova il portiere è stato sollecitato e ha ben risposto agli attacchi francesi), in quella passata - difensivamente da record per il Toro - in ben 18 occasioni il serbo ha saputo blindare la porta. Tante, considerate le 36 presenze, e facile il conto: una partita ogni due è terminata senza che la squadra incassasse gol.

Una difesa rivoluzionata

Milinkovic-Savic ha dalla sua numeri realizzati anche grazie a una fase difensiva complessivamente funzionante. Da Zapata con le sue sgroppate tutte generosità per recuperare un pallone agli uomini che il numero 32 si trovava di fronte. E qui un po’ di magone può salire, visto che due cardini della retroguardia su tre sono partiti e che uno dei giocatori resuscitati da Juric pure ha salutato: da Buongiorno il Toro ha monetizzato, con Djidji e Rodriguez sono terminate storie d’amore fattesi intense dopo l’iniziale freddezza. Adesso il presente è Coco - non potendosi considerare tale l’infortunato Schuurs - sostenuto da Vojvoda e Masina. Una difesa titolare con due alternative ai medesimi. Poco per guardare serenamente dietro il Cosenza sapendo che al varco ci saranno Milan e Atalanta.

Le gerarchie della porta granata

Se il reparto davanti a Vanja è scoperto, e se tutti sanno quanto sia serrata la corte a Gosens dell’Union Berlino per la fascia sinistra, in porta con l’arrivo di Paleari il Toro ha invece tracciato chiare linee: il titolare è Milinkovic-Savic, alla quarta stagione consecutiva in granata con questi titolo, mentre la riserva è appunto Paleari. Terzo portiere, ricordando che Gemello si è accasato in C a Perugia, è il romeno Popa. Per il serbo, atteso titolare contro il Cosenza e poi il Milan, è intanto all’orizzonte la gara numero 120 con i granata: un traguardo che potrà già essere tagliato in Coppa, a meno che con il Cosenza il tecnico Vanoli non decida di premiare Paleari prima di portarlo con sé in panchina in campionato. Difficile da pensare, visto che quella contro i calabresi sarà l’ultima uscita prima di affrontare la Serie A, puntando anche grazie ad altri clean sheet di Milinkovic a migliorare il nono posto conseguito nell’ultima stagione. 

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