Rodriguez, l’addio al Toro è da capitano vero. La parabola di un grande riscatto

A meno di un rinnovo che a questo punto sarebbe sorprendente lo svizzero a Bergamo chiude con il club granata. Poi giocherà l'Europeo
Rodriguez, l’addio al Toro è da capitano vero. La parabola di un grande riscatto© LAPRESSE

Ha raccolto l’eredità di Belotti, interpretando il ruolo di capitano in forma differente rispetto al Gallo, ma meritando con l’atteggiamento in campo e l’attitudine alla leadership esercitata senza alzare la voce nello spogliatoio la fascia di capitano. Portata con orgoglio, ma all’occorrenza cedendo il passo senza perdere autorevolezza: il 4 maggio di quest’anno come del passato, Ricardo Rodriguez ha consentito al granata viscerale Alessandro Buongiorno di leggere i nomi dei Caduti («La prima volta mi sono tremate le gambe, la seconda pensavo di controllarmi e invece sono tremate ugualmente», ha raccontato in merito il difensore, mercoledì a Dronero).

Rodriguez, dalla panchina a leader della difesa

Bella, la parabola granata dello svizzero. Dopo l’avvio di carriera nello Zurigo - città dove è nato il 25 agosto del 1992 -, i successi con il Wolfsburg (cinque stagioni e mezza alzando Coppa e Supercoppa di Germania), e i due campionati e mezzo nel Milan (la seconda parte dell’annata era andato in prestito al Psv), Rodriguez nell’estate del 2020 è approdato in granata. In un frangente complesso, vuoi per la pandemia che aveva maledettamente complicato la preparazione, vuoi per le difficoltà contingenti di un Toro che era reduce da una sofferta salvezza, ottenuta da Longo dopo aver raccolto una squadra in profonda difficoltà dalle mani di Mazzarri. Il primo allenatore del jolly difensivo fu Giampaolo, nella stagione 2020-’21 sostituito da Nicola che, ugualmente, faticò non poco per mantenere i granata in Serie A. Quella in esame è anche stata l’annata peggiore, per Rodriguez: appena 16 presenze in campionato, con allegate 2 gare giocate in Coppa Italia. La svolta si concretizza con l’avvento di Ivan Juric, che ha l’intuizione di abbassare Rodri - come è chiamato da tecnico e compagni - sulla linea dei difensori. E così l’esterno impacciato dell’era Giampaolo-Nicola sboccia in un braccetto di sinistra dal rendimento alto e costante. Che, ritrovata la fiducia, quando utilizzato in fascia dal croato ha ugualmente ben figurato. Negli ultimi tre tornei ha disputato ben 104 partite in A, con in più 7 sfide in Coppa Italia. In totale Rodriguez ha vestito la maglia granata in 128 occasioni, togliendosi la soddisfazione di segnare - e rispettando la regola dell’ex - nell’ultima partita giocata: secco e preciso, nonché frutto di una coordinazione perfetta, il tiro terminato all’incrocio nel tris rifilato al Milan.

L'addio contro l'Atalanta, sognando l'Europa

Le prestazioni (e magari pure i gol) lieviteranno di un’unità: domani avrà la fascia di capitano al braccio al Gewiss Stadium, nell’incrocio che potrà essere decisivo per le ambizioni europee dei granata. Quella contro l’Atalanta potrà essere l’ultima occasione per vederlo all’opera, nel Torino: il contratto è in scadenza, e l’offerta per il rinnovo annuale è fin qui stata ritenuta troppo bassa, dal nazionale svizzero. Che cerca un ultimo contratto importante della sua carriera, e che potrà essere aiutato nel reperirlo dalla partecipazione ai prossimi campionati europei. Ai quali si dedicherà terminata l’avventura in granata. Fin qui i suoi gettoni di presenza con la Svizzera sono stati 114, 9 i gol messi a segno. Numeri di una carriera di alto livello, che Rodriguez ha nuovamente reso tale dopo il passaggio a vuoto del 2020-21.

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