Toro, il video degli insulti: i sospetti dei tifosi su due giocatori

“Macchiata” Superga: il club al lavoro per individuare i responsabili. Attesi severi provvedimenti contro due giocatori

Il senso dei fischi e il senso degli applausi. A un paio di giocatori del Torino, ma i coinvolti potrebbero anche essere tre, è sfuggito il primo come il secondo. I fischi sono arrivati contro il Bologna, e sono stati rivolti ad alcuni singoli come, a fine gara, a tutta la squadra (nonché a Cairo, contro il quale ripetutamente le due curve hanno alzato cori di contestazione). Criticata non tanto per la prestazione, non ideale ma nemmeno negativa, offerta contro il Bologna, quanto per un finale di campionato nel quale, piuttosto che spingere per puntare all’ottavo posto, i granata hanno paurosamente decelerato: come evidenziato dai tre punti conquistati sui quindici disponibili nelle ultime cinque partite. Ora, se anche non si arrivano a leggere i fischi come un atto d’amore (tradito in riferimento a un epilogo che la squadra stessa immaginava migliore), almeno si può arrivare a comprendere la delusione di una tifoseria. Ammesso e non concesso che anche questa seconda riflessione non emerga, si arriva al terzo punto. Questo, sì, non equivocabile.

Le polemiche per il video di Gemello

Ebbene gli applausi che nell’arco di 24 ore hanno sostituito i fischi non sono frutto di pazzia collettiva, semmai dicono che, di fronte alla memoria di Superga, chi oggi si trova a indossare la maglia granata è visto comunque come l’erede degli Invincibili, e come tale celebrato. E già qui i calciatori dovrebbero esprimere gratitudine, per ricevere un omaggio che, salvo rarissimi casi, non è meritato. Tra i granata di oggi quelli che sentono la responsabilità di vestire la maglia che fu del Grande Torino, che la sentono davvero e non a parole, sono davvero pochi. Con uno sforzo morale, ma lo si può anche comprendere: ci va tempo, per “sentire Superga”, e in un calcio di porte girevoli non è facile arrivarci. Ognuno, però, dovrebbe essere dotato di rispetto, se proprio non di comprensione per quanto si sta vivendo. Peccato che sabato, nei 75 anni dalla tragedia di Superga, anche questo punto non sia stato colto. Da alcuni, due forse tre elementi della rosa.

Il video di Gemello e gli insulti

In un video condiviso da Luca Gemello, e poi rimosso, si sentono alcune voci in sottofondo: «Sono gli stessi che ti hanno fischiato», dice uno. «Sì, sì, coglioni...», commenta un altro. A corredo, ecco il «ciao, ciao pezzi di merda», rivolto da chi comodamente se ne stava andando con il pullman della squadra, a chi magari veniva da lontano e faticosamente. vista la difficoltà di salire al colle il 4 maggio. era sul piazzale a sostenere il Toro. Quello che fu, e per conseguenza quello di adesso.

Pellegri e Lovato nel mirino dei tifosi

Sui social, comprensibilmente, da subito è andato in atto il tentativo di individuare i responsabili: Pellegri e Lovato, i due più chiacchierati, hanno smentito. «Accetto le critiche e mi assumo tutte le responsabilità quando commetto errori. Rispetto le opinioni altrui, ma non accetto di essere accostato a un video che sta circolando poiché la mia voce non è presente», ha scritto sui social Pellegri. Più ampio il post di Lovato. «Superga è stata un’esperienza incredibile, forte e profonda. Essere parte del Torino e avere la possibilità di vivere in prima persona questa giornata importante è qualcosa di unico che resta nel cuore. Un evento che prima di ieri avevo solo visto nelle pagine di cronaca. E mi sento dire che io avrei mancato di rispetto ai tifosi e alla società? Vengo accusato di parole che non avrei nemmeno mai pensato, figurarsi detto. Torino e il Torino sono la realtà più bella a cui mi sono affacciato da quando gioco a calcio... E vengo pure accusato di aver detto qualcosa contro i nostri tifosi? Non lo accetto, perché non fa parte della mia persona, ed è contro i valori in cui credo! Mi aspetto che la società faccia chiarezza e prenda i provvedimenti che un gesto del genere merita». In tal senso è in corso un’indagine da parte del club, volta a individuare e sanzionare i responsabili: la sostanza non cambia, ma è il minimo.

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