TORINO - Tra gli esami in corso alla voce Sanabria e sui quali torneremo più avanti, la necessità di gestire il delicato equilibrio fisico di Pjaca cui va aggiunto l’edema al vasto intermedio della coscia sinistra che perseguita Praet, in questo momento la composizione del reparto offensivo titolare dei granata in vista della prova contro l’Udinese rimane un rebus. Con questo intendendo la scelta del centravanti e del trequartista di destra. A 48 ore dall’incrocio con Gotti il tecnico granata Juric si trova con una sola certezza: il rientro di Brekalo, titolare nel posticipo della 13ª giornata dopo due turni di stop per un problema muscolare accusato al polpaccio destro.
Tra tante incertezze (ancora ieri Mandragora e Ansaldi si sono allenati a parte) e le assenze di Praet e Rodriguez si inserisce quindi la graditissima prospettiva, per Juric, di poter contare su un giocatore che spesso ha saputo fare la differenza, nel Toro. Che a La Spezia, nella seconda partita totalmente steccata dopo quella di Firenze, ha rimpianto non poco l’assenza dell’ex del Wolfsburg. Assieme a Pjaca l’uomo in grado di saltare l’uomo e creare superiorità numerica, in soldoni con nelle corde la giocata risolutiva che può essere decisiva, in prove opache come quella disputata al Picco. Molte le accelerate prodotte e utili a illuminare la manovra offensiva granata, due le reti fin qui messe a segno. Entrambe importanti: Brekalo si è sbloccato a Venezia, finalizzando un assist di Singo e consentendo al Torino di portarsi in vantaggio (uno a uno il finale, dopo il rigore del pari firmato dall’ex Aramu). Quindi si è ripetuto in casa contro il Genoa con la rete del temporaneo 3-1. Una stoccata - assist di Praet - decisiva per mantenere a distanza i rossoblù, a 9’ dal 90’ con Caicedo in grado di rifarsi sotto con il gol della speranza, infine delusa grazie all’allungo del croato.
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