Filadelfia, il Torino si muove: la Lega si può convincere

Sondaggio del club granata: oggi non ci sono le condizioni per fare i lavori di adeguamento alla Serie A. Però...
Filadelfia, il Torino si muove: la Lega si può convincere© LAPRESSE

TORINO - La notizia più importante, innanzi tutto: il Torino, inteso come società di calcio, si è mosso. Ieri - una volta che Tuttosport era uscito nelle edicole, e la proposta di far giocare la squadra granata al Filadelfia nelle ultime 7 partite casalinghe di campionato ha preso a circolare fra i tifosi e nell’intero ambiente pallonaro che cerca di ripartire - c’è stato infatti, da parte della dirigenza di Cairo, un sondaggio informale presso il palazzo (spaccatissimo) della Lega Calcio a Milano. Informale perché non accompagnato da richiesta ufficiale - in questo caso di una deroga per spostare la sede di gioco dallo stadio Grande Torino al Filadelfia - ma comunque utile per annusare l’aria. E ancora più significativo che utile: perché conferma come in seno al Torino FC l’idea di una tifosa, rilanciata come proposta da Tuttosport, sia stata presa in considerazione e dibattuta, al punto - appunto - da muovere un passo verso la segreteria sportiva di via Rosellini. Lo stesso presidente Cairo (seppur ancora fortemente contrario alla ripresa: significative le dimissioni del dottor Tavana dalla commissione medico-scientifica della Figc) si è scoperto solleticato dal «romanticismo» di una prospettiva tanto suggestiva, e non soltanto per l’ambiente e la gente granata. Presso la quale, va da sé, con una mossa così “da Toro” di sicuro recupererebbe parecchi punti. Il Toro che tornasse a giocare una partita vera al Filadelfia, sul campo consegnato per sempre alla leggenda da Valentino Mazzola e dai suoi Invincibili, farebbe parlare di sè tutta l’Italia, anzi in tutto il mondo. L’idea di mettere piede su quel campo non potrebbe che risultare seducente per qualsiasi appassionato di calcio. Neanche a farlo apposta, girava ieri sui social una videochiacchierata tra Christian Vieri e Filippo Inzaghi - non esattamente due simboli della storia granata, al netto degli illusori esordi del primo - nella quale sia Bobo sia Pippo hanno a lungo rievocato i brividi d’emozione che aveva dato loro calcare quell’erba quand’erano ragazzini, l’uno nel Toro l’altro al Piacenza. Certo, allora c’era il pubblico, sugli spalti vecchi, mentre oggi non ci sarebbe su quelli nuovi. Ma proprio le porte chiuse e i vuoti sulle gradinate hanno rappresentato il primo escamotage pratico al quale appigliarsi per trasformare un pensiero stupendo in una possibilità concreta. Certo, non è facile. Anzi, è difficile. Un’impresa forse ai confini dell’impossibile. Volere può però diventare potere, almeno quando due volontà siano in sintonia e in condizione di collegarsi. Dagli uffici della Lega, hanno fatto capire al Torino che i limiti dell’impianto Filadelfia sono tanti, e le problematiche - in base ai criteri infrastrutturali richiesti in oltre 160 pagine di normative federali - non di semplice soluzione. A oggi la risposta sarebbe un inevitabile no. Soprattutto perché non sarebbe agevole, in un periodo di emergenza sanitaria come questo, effettuare i lavori di adeguamento rispettando le limitazioni del distanziamento sociale. Distanziamento sociale che peraltro risulterebbe problematico, stante la situazione logistica attuale del Fila, anche nel gestire le dinamiche a margine delle partite: dall’accoglienza degli ospiti e degli addetti ai lavori calcistici all’attività mediatica. Ma va considerato che, quando e qualora il calcio ripartisse, non è detto che tutte le condizioni fino a qualche tempo fa ritenute indispensabili debbano per forza confermarsi tali. A partire dal fatto che, almeno per un po,’ perfino i giocatori saranno chiamati a mantenere le distanze, durante gli allenamenti o negli esercizi in palestra. Chissà come si farà per i massaggi e le cure. È tutto in fieri, tutto aleatorio, sarà tutto nuovo. Quindi è inutile fare troppe previsioni e avere troppe certezze. Magari torneremo a vedere giocatori che arrivano al campo già in tuta invece che negli eccentrici completini con cuffiette cui ci siamo abituati.  [...]

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