GENOVA - Khalid Faleh Al Thani - riconducibile alla famiglia regnante del Qatar - è davvero interessato alla Sampdoria? La lettera pubblicata dall’Ansa e firmata da Medhi Hani, rappresentante della società MH Partners con sede in Svizzera che si sarebbe fatto portavoce dello sceicco in un’operazione promossa a gran voce dall’imprenditore cinematografico Franco Di Silvio (appoggiato dall’ex doriano Ivano Bonetti, ancora incertezza invece sul presunto coinvolgimento di Gianluca Vialli che già nel 2019 provò ad acquistare il club), ha mandato letteralmente in tilt gli ambienti blucerchiati. In un momento a dir poco delicato a livello societario i tifosi si dividono tra speranze e dubbi. I fatti: a oggi Di Silvio - che in tempi recenti aveva provato la scalata a Foggia e Salernitana - non ha ancora completato la presentazione dei documenti al trustee Gianluca Vidal che si occupa da un anno della cessione del club. I documenti di identificazione degli acquirenti sono stati consegnati e mancherebbero ora quelli relativi alle garanzie bancarie.
L’iter è in corso, Vidal avrebbe anche parlato con lo stesso Al Thani in videoconferenza e le parti si stanno confrontando in modo molto sereno e collaborativo. A oggi però Di Silvio (o Al Thani per capirci) non ha ancora avuto accesso alla due diligence per conoscere il reale stato di salute della società. Resta sempre in corso invece la due diligence di due gruppi entrambi americani interessati alla Samp, uno di capitali e uno proveniente da ambienti finanziari. «Le vendite delle società di calcio non si fanno in piazza. Non si mettono i manifesti. Anzi chi compra vuole la massima riservatezza», dice l’avvocato Antonio Romei, a lungo braccio destro di Massimo Ferrero e oggi consigliere d’amministrazione della Sampdoria. «Abbiamo appreso di questa lettera dagli organi di stampa. Non l’abbiamo letta. Ci tengo a dire che non mettiamo alcun ostacolo. Facciamo tutto quello che ci viene chiesto», le parole di Romei che poi sulle condizioni reali della società puntualizza: «Non ci sono problemi immediati, questo continuo catastrofismo non fa bene alla Sampdoria. Dobbiamo riportare serenità. Non dimentichiamoci che il covid ha creato uno squilibrio economico. I problemi ci sono, ma è compito del cda cercare di risolverli. Sappiamo che la società è in vendita e pensavamo che il nostro orizzonte temporale si concludesse prima dell’inizio del campionato. Ci sono soggetti interessati, ma non parliamo con loro. Diamo solo collaborazione perché la vendita possa avvenire. Tutta questa pressione sul processo di vendita non fa bene». La gestione della cessione «non dipende da noi, è un problema del trustee e di Banca Lazard che è uno dei migliori operatori nel settore. Da quando siamo in carica ci siamo sempre augurati che la vendita avvenga il prima possibile, perché siamo stati incaricati da Vidal di traghettare la società verso il nuovo acquirente. Noi abbiamo gestito la campagna trasferimenti in ottica conservativa, cercando di salvaguardare l’aspetto finanziario - dice Romei - quando il club sarà venduto, ce lo diranno e noi daremo le dimissioni. Ma non possiamo sapere quando succederà».