Dalla parte dei tifosi della Salernitana

Dalla parte dei tifosi della Salernitana© Getty Images

Sette mesi e quattordici giorni. Tanti ne sono trascorsi dal ritorno della Salernitana in Serie A, per la terza volta nei suoi 102 anni di storia e dopo ventitré anni di attesa. Sette mesi e quattordici giorni. Tanti. Troppi, perché la Salernitana non ha ancora un nuovo proprietario e perché fra sette giorni scadrà il termine stabilito dalla Federcalcio, trascorso il quale il club campano saprà quale sarà il suo futuro. O dentro o fuori. Nessuna nuova delibera. Tre giorni fa, durante l’ultimo consiglio federale, la posizione del presidente è stata chiara e, vivaddio, intransigente, com’è giusto che sia onde chiudere una volta per tutte questa vicenda che definire surreale è un eufemismo. Gravina dixit: «O entro il 31 dicembre i due Trust incaricati di vendere la società accetteranno una proposta irrinunciabile di acquisto debitamente avvalorata da garanzie economiche, avendo poi ulteriori 45 giorni per chiudere l’affare, oppure la Salernitana è fuori. Io non mando la Federazione allo sfascio». E ancora: «L’atto notarile fondativo dei trustee non lo prevede. Dunque non ci sono margini in questo senso, anche se uno dei disponenti ci ha fatto arrivare formale richiesta» ha tagliato corto il numero uno di via Allegri, che pure ha lasciato intravedere uno spiraglio utile per il futuro: «Potremmo pensare, adesso o in casi futuri, di far ripartire la squadra dalla Serie C. Lo deciderà il Consiglio Federale. Comunque sono pronto a offrire un pranzo a tutti i presenti: scommetto che la Salernitana sarà ceduta nei termini fissati».

L’auspicio è generale e se Gravina l’ha formulato, significa che ha le sue buone ragioni. Le cronache di Via Allegri hanno riferito di un durissimo scontro fra il presidente campione d’Europa e Claudio Lotito, in queste settimane al centro delle contestazioni dei tifosi salernitani che l’hanno invitato a «liberare la Salernitana». Illuminante uno striscione inalberato dai sostenitori granata: “Mai saremo complici di questi teatrini, cambiano i fili ma non i burattini. Liberate la Salernitana”. Il presidente della Lazio ha replicato: «Lo dovete chiedere a chi governa la Salernitana, io sono indipendente. Io non ho più nessun potere». Quando tutta questa storia sarà finita, ci sarà tempo e modo per capire chi abbia o non abbia avuto il potere per evitare che una squadra, una società, una città, una tifoseria fra le più appassionate e calorose del nostro calcio siano diventate ostaggio di una situazione tanto insopportabile quanto inaccettabile. Perché una cosa deve essere chiara e stampata bene nelle orecchie di chi non sente o fa finta di non sentire: la norma federale che impedisce di detenere le proprietà di due club iscritte alla medesima Lega non è nata né ieri né l’altro ieri e nemmeno sette mesi e quattordici giorni fa; adesso la saga dei rinvii, deI passo avanti e tre indietro, dei presunti acquirenti, dei compratori fantasma e dei peracottari deve finire. I tifosi della Salernitana sono stati, sono e saranno sempre il primo patrimonio del club. Il loro valore è inestimabile. Sappiano che Tuttosport è con loro. E’ a loro che auguriamo Buon Natale.

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