Panatta, bordate alla Roma: “De Rossi fatto fuori in mezz’ora, è disgustoso”

La leggenda del tennis azzurro critica apertamente i Friedkin per l'esonero dell'ex allenatore: "Ho trovato questo gesto maleducato, senza rispetto. I valori sono finiti"

Nonostante il terremoto in società, con le dimissioni di Lina Souloukou, la Roma trova il primo successo in questo campionato. Debutto da sogno per Ivan Juric che con un netto 3-0 liquida la pratica Udinese e inizia nel migliore dei modi la sua avventura nella Capitale. Il tecnico croato ex Torino ha preso il posto di Daniele De Rossi, esonerato dopo un avvio di stagione complesso (tre pareggi e una sconfitta). Una decisione, quella dei Friedkin, che ha mandato su tutte le furie la tifoseria e anche un supporter speciale. 

Panatta sull'esonero di De Rossi

Adriano Panatta, leggenda del tennis italiano e oggi opinionista a La Domenica Sportiva, ha criticato la scelta fatta dal club commentando: "Non mi aspettavo l'esonero di Daniele De Rossi e trovo questa cosa disgustosa per come è stato trattato. È figlio della Roma, è un ragazzo straordinario anche come giocatore, e dopo quattro giornate viene esonerato in una mezz'oretta da persone che con Roma c'entrano poco. Dubito che i presidenti o l'amministratore dimissionaria sappiano dove è Ponte Sisto - prosegue -, ho trovato tutto ingiusto e di cattivo gusto. Per carità hanno tutto il diritto di esonerare un allenatore, sono i padroni, io ho avuto il privilegio di conoscere presidenti come Viola e Sensi che avevano un amore per Roma incredibile". Il paragone con il passato è inevitabile: "Quando arrivano queste persone e guardano solo i loro interessi mi fanno disamorare della squadra - incalza l'ex tennista -. Ho trovato questo gesto maleducato, senza rispetto. I valori sono finiti, con l'arrivo di queste presidenze e fondi abbiamo perso i presidenti di una volta, che davano tutto per la squadra. Ormai guardano solo ai bilanci. Con De Rossi hanno buttato 9 milioni netti. Ora guardano i conti, ma hanno 18 milioni lordi in meno in cassa". 

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