De Rossi, la passione dei tifosi: quello che i Friedkin non capiranno mai

La durissima protesta dei tifosi romanisti è logica, scatenata da una scelta nei modi e nei tempi sciagurata

Per un riflesso condizionato, seguendo l'emozionante tributo dello Stadium juventino a Szczesny, istintivamente il pensiero è corso al trattamento diametralmente opposto riservato dalla Roma a De Rossi. Della Roma, come Totti, storia, simbolo: ieri, oggi e domani. Un giorno i Friedkin passeranno, com'è passato Pallotta, ma De Rossi e Totti non passeranno mai. Ed è questo che gli americani di Roma non hanno capito e, presumibilmente, non capiranno mai la portata del sesquipedale errore commesso, licenziando in pessimo modo l'allenatore che soltanto tre mesi fa avevano confermato, addirittura sottoponendogli un contratto triennale. De Rossi, l'unico capace di permettere ai tifosi di assorbire lo choc della cacciata di Mourinho; De Rossi che la Roma, in una travagliata contingenza di gioco e di risultati in un ambiente arroventato, la Roma aveva riportato in Europa League.

Gli investimenti dal 2020

É stato calcolato che, dal 2020 a oggi, i Friedkin abbiano investito circa un miliardo di euro nel club che ha avuto presidenti come Dino Viola e Franco Sensi, straordinari protagonisti della storia giallorossa, per dire. A occhio e croce, anche se di miliardi ne spenderanno due, agli epigoni a stelle e strisce difficilmente riuscirà anche solo la metà di ciò che hanno fatto i predecessori. Le modalità del maleducato, brutale esonero di De Rossi sembravano prese da un film americano di second'ordine: il tecnico che si presenta puntuale alle 7.30 del mattino a Trigoria, il suo posto di lavoro; prepara la seduta di allenamento con lo staff quando gli notificano che è stato licenziato e viene invitato a lasciare subito il centro sportivo. Ma che razza di modo di fare è questo? Ma il rispetto? Lo stile? L'educazione? Mancavano soltanto gli scatoloni e poi la scena sarebbe stata completa. La durissima protesta dei tifosi romanisti è logica, scatenata da una scelta nei modi e nei tempi sciagurata. Si è detto e sottolineato quanto profetiche fossero state le parole di Totti che, nei giorni precedenti l'esonero di De Rossi, aveva messo il dito nella piaga: per gente come Francesco, come Maldini, come Del Piero non c'è posto nelle società che hanno reso grandi.

Bandiere ingombranti

Le Bandiere, con la B maiuscola, sono troppo ingombranti per chi non sa nemmeno dove stia il pennone su cui issarle. E ancora Totti aveva avvertito: Daniele rischia di fare la fine del parafulmine. Così è stato. I Friedkin sono i padroni del vapore e, dicono i loro corifei, hanno il diritto di fare ciò che vogliono. Certo. Tuttavia fino a quando questo diritto non sconfina nell'oltraggio a De Rossi, alla storia della Roma, ai romanisti. Sono questi i primi azionisti di ogni club. È per questo che l'autogol dei Friedkin è stato colossale. Noi stiamo tutta la vita con De Rossi. Lui va in giro a testa alta. Altri devono andare a nascondersi.

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